Quattro atti e un dietro le quinte compongono questa originale e intensa Ballata per Fabrizio De André (edizioni Beccogiallo, 105 pagine, 15 euro) omaggio a fumetti che Sergio Algozzino, uno dei più quotati disegnatori siciliani, ha voluto dedicare al cantautore genovese. Religione, politica, sesso, emarginazione. Il mondo cantato da De André vive attraverso Piero, Tito, Princesa, Bocca di Rosa, Andrea. Gli indimenticabili protagonisti delle sue dolorose e ironiche canzoni, nella storia illustrata da Algozzino, s’ incontrano per la veglia ed il funerale del loro creatore, dando vita ad un effetto molto teatrale, frutto del passato accademico da scenografo del disegnatore. Personaggi a tratti smarriti e impauriti, a tratti litigiosi nel loro desiderio di apparire come i più rappresentativi del vasto e complesso universo dell’ indimenticabile chansonnier. Ecco dunque il Michè, omicida e suicida per amore, primo a comparire nella graphic novel, diritto che gli deriva dall’ essere stato protagonista della prima canzone scritta, nel 1960, da un De André appena ventenne, e con lui, via via, un irresistibile giudice nano, il ladrone Tito, il gorilla, il bombarolo, Marinella e Bocca di Rosa. Ognuno a raccontarsi ed a raccontare lo spirito che ha portato alla sua nascita. Dall’ emarginazione che porta allo smarrimento ed alla perdita di sé vissuta dall’ omosessuale Andrea, all’ invito al silenzio ed alla riflessione fatta dal pescatore, non a caso disegnato da Algozzino con sembianze che ricordano quelle del cantautore. Dal gorilla,ad un Carlo Martello dall’ aria vagamente fantozziana, che rendono omaggio all’ ironia di De Andrè. Da Princesa, icona di un universo che ha trovato molto spazio nelle sue canzoni, ad un Pasquale Cafiero, simil Ciccio Ingrassia. Da un Piero sgomento per la sua e per tutte le guerre, alla rabbia trattenuta a stento dall’ indiano, rappresentante della sua gente senza terra ma lì anche per dare voce ai sardi, popolo molto amato da De Andrè. E come in un gioco delle parti di pirandelliana memoria, i personaggi che, dal loro autore hanno preso vita ed immortalità, cercano di restituirgliela: «Lui vive attraverso di noi. Ci ha dato vita, oltre la morte, oltre lo spazio ed il tempo, e noi adesso gliela restituiamo. Re e travestiti. Santi e bestemmiatori. Ladri e poliziotti. Patrioti e terroristi. Donne di facili costumi e ragazzine innamorate. Giudici ed assassini». Fino a proclamare, in una tavola che li vede ritratti tutti insieme «Noi siamo lui». Sergio Algozzino, insegnante nella scuola del fumetto di Palermo, collabora alla realizzazione di numerose pubblicazioni. Sua anche la gestione del portale Kinart, una consolidata realtà nazionale. Nel 2005 ha pubblicato il libro Tutt’ a un tratto sulla storia del disegno e del fumetto. Scegliere tra il vasto repertorio dei caratteri umani creati dalla sensibilità e dal genio del cantautore genovese non era certo impresa facile. «Sono partito dall’ idea che protagonisti dovessero essere i personaggi che fossero più rappresentativi dei diversi temi affrontati da De Andrè. Alcuni erano ovvi, altri, mentre lavoravo, si sono imposti all’ idea originale e al quel punto era molto difficile riuscire a far stare zitti alcuni di loro». Sono personaggi che s’ incontrano per la prima volta pur essendo figli di uno stesso padre, eppure, alla fine, scelgono di non restare insieme, si salutano andandosene via ciascuno per la sua strada. «De Andrè diffidava delle aggregazioni, laddove le persone si perdono e perdono le loro convinzioni – spiega Algozzino – Ma il messaggio che spero di essere riuscito a trasmettere è che comunque, in lui non prevale la solitudine, bensì un invito all’ individualità. Mi piace che nel mio libro possa trasparire anche l’ enorme ironia di fondo che caratterizzava Fabrizio De Andrè, dote che spesso viene trascurata». Algozzino, al Lucca comics, uno dei più importanti appuntamenti del settore, presenterà, oltre alla Ballata per De Andrè, anche il suo nuovo libro Pioggia d’ estate che uscirà a dicembre per la 001 edizioni, composto da piccole storie a fondo autobiografico che affrontano temi semplici e quotidiani. «Sarò il cronista delle stronzate della mia generazione – scherza Algozzino – dal liceo, ai giochi, al commodor 64, piccole cose che le persone tendono a sottovalutare». La scelta della casa editrice di pubblicare un racconto a fumetti su De Andrè, in occasione del decennale della sua scomparsa, si è così incontrata con la passione che il disegnatore nutre per la sua musica, trasformandosi, in tre mesi, in un riuscito prodotto che risulterà senza dubbio gradito a quanti hanno conosciuto ed amato il cantore di Marinella e di Via del Campo, ma che sarà anche uno stimolo per i più giovani, maggiori fruitori del racconto per strisce, ad annoverare De Andrè tra le loro preferenze musicali. Anche perché, come ricorda lo scrittore e disegnatore francese Guillaume Bianco nella sua prefazione al libro, «Fabrizio De Andrè non è morto. Quando lo ascoltiamo ci sentiamo compresi, ci sentiamo a casa. I valori che canta, senza mai pretendere di farci la lezione, sono accessibili a tutti. Il suo cantare è popolare. Arriva a tutte le orecchie, è per tutte le bocche». Nella graphic novel di Algozzino, composta da tavole in bianco e nero realizzate a mano con il pennarello, spicca l’ assoluta assenza di sfondo, come se quello spazio vuoto dovesse essere riempito solo dalla musica. La musica di Faber, appunto.
[fonte: Antonella Scandone – Repubblica.it]
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