Risale al 2006 ma la sua attualità é pericolasemente valida. Nell’ Aprile 2006 Wolfgang Munchau, condirettore del quotidiano finanziario londinese Financial Times, dopo il risultato elettorale che aveva visto il centro-sinistra conquistare la maggioranza con pochissimi voti di scarto sull’avversario, paventava la possibilità che l’Italia sarebbe uscita dall’euro entro dieci anni (nel 2015). Purtroppo la situazione anche sotto il governo di centro-destra non é molto diversa. L’italia perde competitività e rilievo ogni giorno che passa: benché il Berlusconi IV potrebbe vantare una forza decisionale incredibile, il parlamento é impegnato a discutere di leggi che non toccanono minimamente l’economia. La sua capacità decisionale è a rilento (vedi caso Alitalia, di cui in pratica si attende inesorabilmente il fallimento) e il parlamento é impegnato a discutere su quello che Di Pietro ha detto di Schifani che ha detto di Veltroni che ha detto del mio vicino di casa. E purtroppo la stampa sta a questo gioco. Intanto il tempo passa e senza decisioni forti l’Italia ben presto uscirà dai G8 (lasciando il posto a paesi come la Spagna, quando avrà superato definitivamente il nostro PIL – e non quello procapite come già é successo). Se per caso poi ai nostri partner europei venisse voglia di lasciarci fuori dalle Ue, come ipotizzato da Wolfgang Munchau, allora stiamo pur sicuri che, appena metteremo fuori i piedi dal paese, come prima cosa, ci chiederanno le impronte digitali.
L’articolo di Wolfgang Munchau
“La risicata vittoria della coalizione di centro-sinistra guidata da Romano Prodi – scriveva Munchau – costituisce il peggior esito immaginabile in termini di possibilità dell’Italia di rimanere nell’eurozona oltre il 2015. Immagino che gli investitori internazionali inizino ad assumere scommesse speculative sulla partecipazione italiana all’euro entro la durata di un governo Prodi. Queste – precisa il giornalista – non sono scommesse sull’impegno politico di Prodi nei confronti dell’euro. Sarebbe infatti difficile trovare un politico più a favore dell’Europa dell’ex presidente della Commissione europea. Queste sono scommesse sulle situazioni economiche che potrebbero costringere un governo a prendere decisioni che sono inimmaginabili fino al momento in cui diventano inevitabili”. “Tutti sappiamo – continua il Financial Times – che l’economia italiana si trova in profonde difficoltà. Ma è importante ricordare che i problemi italiani sono differenti da quelli della Francia e della Germania. Molte economie continentali sono afflitte da bassa crescita e alta disoccupazione. Anche l’Italia soffre di un basso livello di crescita anche se la sua creazione di posti di lavoro è stata rilevante. Ma il problema dell’Italia è quello di non essere pronta a una vita nell’Unione monetaria”.
Il quotidiano di Londra segnalava la forte discrasia tra problemi e soluzioni avanzate. Da un lato, infatti, “sin dalla nascita dell’euro nel 1999, l’Italia ha registrato un massiccio apprezzamento del suo tasso reale di cambio. I suoi costi unitari del lavoro sono cresciuti del 20% rispetto alla Germania. Ma mentre le retribuzioni tedesche reagiscono alla domanda aggregata, i salari italiani continuano a crescere a un ritmo del 3% annuo. L’Italia registra anche un problema di competitività di prezzo in molti settori economici. Un programma sensibile di riforme economiche dovrebbe concentrarsi sulle contrattazioni salariali e sulla regolamentazione dei mercati dei beni e servizi”. Dall’altro, tuttavia, “Prodi offre il tipo sbagliato di riforme. Che consiste nello stesso tipo di riforme dell’offerta che sono fallite in altri Paesi europei. E poiché la sua frammentata coalizione di moderati, socialisti e comunisti avrà una sottilissima maggioranza in Senato, potrebbe anche non essere in grado di portare a compimento il suo insufficiente programma. Se l’Italia continuerà a perdere competitività macroeconomica, un movimento politico populista potrebbe ben emergere con un programma per l’abbandono dell’euro”.
Ai commenti del Financial Times aveva risposto il portavoce della Commissione europea, Ferran Tarradellas: “L’euro è una realtà e resterà tale. E non è possibile che l’Italia esca dall’euro”. Sulla vicenda era intervenuto anche Silvio Sircana, portavoce di Romano Prodi: “E’ prematuro parlare di nervosismo dei mercati. Piuttosto c’è giusta attesa per le nostre proposte, per i nostri indirizzi di governo e per la composizione della squadra”. Di altro era stato tenore il commento di Giulio Tremonti: “Purtroppo per il nostro Paese l’articolo di Munchau non è isolato ma riflette un’opinione diffusa nelle capitali e nei circoli internazionali più responsabili. Per quanto ci riguarda faremo tutto il possibile nell’interesse esclusivo dell’Italia”. A Tremonti, oggi, di smentire questa opinione diffusa.
Fonte: wikinews