Avanguardia della filosofia Open, l’Informatica ha saputo reinventare se stessa e influenzare il nostro modo di vivere soprattutto come strumento di comunicazione diffusa e aperta. E’ facile capire l’enormità dei risultati ottenuti in questo senso se pensiamo al successo del World Wide Web. Servizi come la posta elettronica, la musica on-demand, le radio on-line, le televisioni fatte dagli utenti; sono tutte cose che oggi diamo per scontate, ma che fino a pochi anni fa non esistevano e ci sembravano pura fantascienza. Ma cosa rende questa disciplina così dinamica e propensa al cambiamento? L’obiettivo di ogni serio informatico oggi è (o perlomeno dovrebbe essere) migliorare ciò che già esiste e inventare ciò che ancora manca: tutto qui. Per ottenere questi risultati – non certo semplici – è fondamentale poter collaborare liberamente a trecentosessanta gradi coi colleghi. Si spiega così, molto semplicemente, la spinta all’innovazione di questo settore e la sua naturale inclinazione a rimanere libero da vincoli che ne rallenterebbero l’inarrestabile corsa. L’Open source – stando alla definizione che ne da la Wikipedia – è un termine inglese che significa sorgente aperto e indica un software i cui autori (più precisamente i detentori dei diritti) ne permettono, anzi ne favoriscono il libero studio e l’apporto di modifiche da parte di altri programmatori indipendenti. Questo è realizzato mediante l’applicazione di apposite licenze d’uso. Ma si tratta di qualcosa destinato ai soli programmatori o può veramente interessare gli utenti finali? Dipende: gli utenti finali sono interessati ad avere buoni programmi senza sborsare un euro?
Sistemi operativi Sono il cervello di ogni sistema informatico, in pratica interpretano per i computer i desideri degli utenti. Un nome su tutti spicca per qualità e semplicità d’uso: Linux. Ma è veramente un sistema operativo per tutti? Ni. E’ adatto a molti, ma non a tutti. I programmi che funzionano con Linux, in molti casi, non hanno ancora raggiunto per semplicità e produttività i livelli degli equivalenti commerciali su Windows o Mac. Questo non significa che in futuro le cose cambieranno anzi, visti i vorticosi miglioramenti degli ultimi anni, la cosa è molto probabile.
L’ufficio in una scatola Microsoft Office è l’applicazione più diffusa per le normali attività d’ufficio: videoscrittura, fogli di calcolo, presentazioni, database, ecc. Ma l’alternativa Open c’è, è ottima e si chiama Open Office. Si tratta di un pacchetto in tutto e per tutto alternativo a Microsoft Office che stupirà molti per completezza e affidabilità. Molte amministrazioni pubbliche l’hanno già adottato svincolandosi così da qualsiasi costo di licenza d’uso. L’aspetto particolarmente interessante in questo caso è la possibilità di personalizzazione totale di Open Office.
Internet sicuro e trasparente Tra i software open source attualmente più diffusi spicca Firefox un browser che molti – anche chi non ne sa niente di Open Source – conoscono e usano felicemente. La sua diffusione massiccia ai danni dei competitor commerciali è stata ed è impressionante. Ma la storia di Internet è piena di browser open source finiti nel dimenticatoio, cosa ha resto Firefox un prodotto di successo? Sicuramente la sua affidabilità e sicurezza. In molti oggi usano Internet per fare operazioni di home banking o comunque ritengono molto preziose le proprie informazioni personali: Firefox garantisce un ottimo gradi di sicurezza e privacy. Poi c’è la questione degli standard: Firefox, essendo un programma Open Source, ha fatto del rispetto degli standard di Internet uno dei suoi punti d’onore. I vantaggi di questa filosofia sono ben chiari soprattutto ai web designer e tutti quelli che, per divertimento, hanno provato a farsi un sito Internet. Inoltre, nella sua ultima incarnazione, è diventato ancora più semplice da aggiornare e personalizzare.
Dove, come – ma soprattutto – quanto costa? La Wikipedia fornisce un elenco dettagliato di tutti i programmi Open Source divisi per categoria d’impiego. Tra questi trovere anche – se ne stupiranno gli amanti del genere – moltissimi videogame di ottima qualità. Molti di questi programmi sono sviluppati esclusivamente per Linux, ma tantissimi sono multipiattaforma e funzionano anche con sistemi operativi commerciali. Trovere tutte le informazioni nei siti web (generalmente molto curati e dettagliati) dei vari programmi. Ma adesso arriva il bello: quanto costa tutto questo? Quanto si risparmia rispetto ai programmi commerciali? Se vi dicessi che tutti questi software sono assolutamente gratuiti come reagireste? Be’, fatevene una ragione perché è proprio così. Immaginate, per esempio, l’entità del risparmio derivato dall’applicazione diffusa di software open source nella pubblica amministrazione. Roba da far tremare le vene ai polsi, non è vero? Perché non accade? A chi giova il mantenimento dell’attuale, oneroso status quo? Domande importante a cui prima o poi qualcuno dovrà dare risposta.