Uscire dall’Euro e tornare alla Lira o a una nuova moneta nazionale svincolata dagli accordi presi con gli altri Paese dell’Unione Europea. Il tutto da farsi in gran segreto all’insaputa di chiunque, se non di alcuni funzionari che, dal venerdì al lunedì, avrebbero dovuto realizzare concretamente il passaggio spiazzando tutti e rendendo difficili, se non impossibili, le contromisure da parte della BCE e di chiunque altro. E poi?
Sicuramente svalutazione della nuova moneta, inflazione galoppante e crollo verticale del potere d’acquisto degli italiani e perdita di valore di tutti i loro risparmi. Il tutto nella speranza, che per gli ideatori di questo progetto era certezza, che dopo il terremoto devastante si possa tornare a prosperare.
In estrema sintesi era questo il “progetto segreto” che sta tanto a cuore a Paolo Savona, l’economista tanto voluto al ministero dell’economia dalla Lega di Salvini.
Il piano “B”
Qualcuno ha parlato di questo “piano B” durante la campagna elettorale che ha portato la Lega a diventare il terzo partito d’Italia (il secondo, è bene ricordarlo, è il Partito Democratico)? No. Ma, se consideriamo la storia politica della Lega, è tutto nella norma. Salvini ha solo portato all’estremo la prassi tutta leghista di dire balle sempre e comunque.
Qui però la balla ci riguardava tutti (anche quelli che non hanno votato la Lega o il M5S). Nessuno è in grado di dire cosa sarebbe successo e cosa succederebbe se si mettesse in pratica un progetto come quello di Savona, ma nessuno ha avvisato milioni di italiani che le cavie da laboratorio sarebbero stati loro. Nessuno ha chiesto il loro consenso.
Una iniziativa piuttosto grave, abbastanza da costringere il Presidente della Repubblica a intervenire facendo quel che è ormai noto.
I responsabili e gli irresponsabili
Che Salvini fosse un bugiardo spregiudicato che un giorno mette la maglietta “No Euro”, il giorno dopo si dichiara europeista e il giorno dopo ancora cerca di far passare sottobanco il “piano B” di Savona, era cosa acclarata.
Piccolo inciso: Salvini, nonostante il suo euroscetticismo a singhiozzo, ha sempre ritirato puntualmente lo stipendio da europarlamentare dal 2004 al 2008 e dal 2009 al 2018.
Ma è veramente tutta colpa della Lega? Possibile che il Movimento 5 Stelle fosse allo scuro delle posizioni di Savona? Possibile che si siano lasciati raggirare dalle menzogne di Salvini?
E il Partito Democratico cosa sta facendo? Non basta un tentativo del genere di sabotare l’Euro, e di conseguenza la permanenza dell’Italia nella UE, per convincerli a dire qualcosa?
Il centro destra è ormai ostaggio della Lega. E a sinistra cosa c’è? Il silenzio di chi è ancora confuso su quel che vuole fare da grande.