Credo che ogni scrittore abbia un proprio metodo per creare i personaggi dei suoi romanzi, questo al di là del genere di ciò che scrive.
Oltretutto sono fermamente convinto che non ci sia un metodo migliore di un altro, ma che esistano solo modi diversi legati spesso alla sensibilità e alla capacità dell’autore e questo è quello che permette poi, a noi tutti, perché se siamo scrittori siamo anche lettori, di godere di storie belle ricche di personaggi affascinanti e ben costruiti.
Eccomi allora a parlarvi, brevemente, del modo che utilizzo io per creare i miei personaggi, ed è il modo che ho utilizzato per entrambi i miei romanzi, ovvero E un elfo li radunò… edito da Linee Infinite e Oddwars che non ha ancora trovato un editore, ma che si può facilmente recuperare on-line.
Naturalmente poi starà al lettore valutare se sono riuscito a creare personaggi veri, reali, tridimensionali, credibili, capaci di lasciare un’impronta. Perché queste sono, a mio avviso, le caratteristiche che un buon personaggio deve avere, deve essere qualcuno di cui ti dimentichi che non è reale, ma che, anzi, pensi possa esistere davvero.
Allora qual è il mio segreto?
Purtroppo temo che, come tutti i segreti, una volta rivelato rischi di apparire banale. Nella creazione di tutti i miei personaggi inizio sempre avendo bene in mente una persona reale che conosco, che è accanto a me o che, a vario titolo, ha attraversato la mia vita.
Poi, su questa base di partenza, comincio a costruire, enfatizzo alcuni aspetti, ne aggiungo altri, mi concentro su alcuni particolari che ho visto nella realtà e che traspongo nella fantasia.
Certo nel fare tutto questo, che parte sempre dall’osservazione dell’altro, è giusto tenere presente che si parla sempre del mio modo di vedere l’altro e non sempre è detto che ciò corrisponda alla realtà dell’altra persona che va sempre e comunque rispettata, anche quando magari non la capiamo.
Un esempio concreto
Provando a fare un esempio concreto vi parlo brevemente di quello che è forse il principale protagonista di E un elfo li radunò…: Questor Lainsias, l’elfo.
Questor è stato creato sulla mia personalità, infatti era l’elfo che utilizzavo quando giocavo a Dungeons & Dragons, ma mentre tutti gli aspetti più avventurosi del personaggio sono chiaramente inventati, quelli più intimi, più interiori derivano dalla mia esperienza.
Ecco che allora se, naturalmente, non sono mai andato in giro a caccia di orchetti con due scimitarre, avvolto in un mantello scuro, tutta l’insicurezza nei rapporti con gli altri, la continua ricerca di approvazione, la sacralità con cui considera l’amicizia, ma allo stesso tempo la difficoltà e la fatica a fidarsi del tutto di qualcuno, il fascino del gentil sesso e l’impulsività nel gettarsi nella difesa dei più deboli senza pensarci troppo, sono tutti tratti caratteristici miei (o lo sono stati in un certo periodo della mia vita).
E lo stesso procedimento l’ho utilizzato per quasi tutti i personaggi principali del romanzo, facendo però sempre molta attenzione anche a rispettare ciascuna persona per quello che è.
I segreti restano segreti
Quindi se alle volte conoscevo aspetti del carattere o della vita di qualcuno che però divulgare, anche in un romanzo di fantasia, non sarebbe stato molto rispettoso li ho tralasciati.
Oppure se sapevo, come mi è capitato, che un amico viveva la fatica della permalosità allora tralasciavo anche alcune cose che potevano essere narrativamente interessanti, ma per me la realtà e il rispetto della persona è sempre stata più importante. È chiaro che poi tutti questi aspetti sono stati rimaneggiati, lavorati, adattati alla realtà narrativa, in modo da renderli interessanti, congrui, vivi, in una sola parola veri. Ci sono riuscito?
Ecco se dovessi rispondere io direi di sì, basandomi sulla mia impressione, sui molti ritorni positivi avuti e anche per il numero di vendite del libro che fino a ora sono state alte se si considera che è uscito con un editore molto valido, ma obiettivamente piccolo.
L’ultima parola però spetta sempre al lettore, quindi a voi. Sarebbe bello se fossero i lettori a dire se questi personaggi sono loro piaciuti e quindi se questo sistema funziona o magari no, avviando un confronto che permetta di crescere insieme come autori e come lettori.