La Costituzione italiana, così come le altre Costituzioni che sono alla base delle Nazioni europee, è un testo di fantascienza utopica. Leggendola ci accorgiamo che chi l’ha scritta pensava a un futuro molto lontano dal suo presente, e immaginava questo futuro come una certezza da realizzare al più presto possibile. Chi se non un utopista potrebbe pensare a una società che garantisca a tutti i cittadaini un lavoro, l’indipendenza economica, la salute, la libertà di espressione? Una Costituzione che si rispetti non può essere scritta diversamente, non può essere pragmatica e realista, non può guardare solo al presente o, peggio ancora, al passato.
Quello che una Costituzione prende dal presente è la coscienza dei problemi che vanno rimossi, niente di più e niente di meno. L’eredità che ci hanno lasciato gli estensori della Costituzione italiana è un impegno che non può essere sempre scaricato a terzi (colpa dello Stato, colpa dei sindacati, colpa della sinistra, colpa di Berlusconi, ecc…), ognuno se ne deve fare carico. Al centro di tutto c’è l’uomo, ma non l’uomo in senso astratto: la Costituzione è scritta per i nostri figli, per i nostri amici, per i nostri cari. Loro in che società dovrebbe vivere per aver la possibilità di essere felice? E noi cosa dobbiamo fare per realizzare quella società?
Se la si vede da questa prospettiva ci si rende conto di quanto sia brutta e malfatta quella carta costituzionale che i Paesi dell’Unione Europea vorrebbero far diventare Costituzione del Vecchio Continente. Un testo dettato da esigenze di mercato, ispirato dalla teorie capitaliste più tossiche (e d’ostacolo alla realizzazione personale e professionale delle persone che sono costrette a rispettarle), non potrà mai ispirare nulla, non potrà mai indicare nessun futuro migliore del presente. Io credo sia un male unire l’Europa sotto le direttive di una Costituzione di quel genere.
Ecco, io vorrei che gli europei riuscissero a immaginare il Vecchio Continente come una patria in cui sia possibile vivere dignitosamente, senza subire ingiustizie, fame, emarginazione o altre piaghe sociali che, purtroppo, negli ultimi tempi sono tornate ad essere molto diffuse. Le banche centrali non bastano per creare una Nazione. Se non ci sono utopisti a Bruxelles in grado di immaginare il futuro condivisibili e auspicabile da tutti gli europei, allora a Bruxelles non c’è nulla che possa servirci.