Una piazza gremita e colorata da palloncini rossi e verdi, tante bandiere della Cgil, dell’Italia dei Valori, del Pd, di associazioni e di altre sigle sindacali, numerosi striscioni e grandi cartelli contro Silvio Berlusconi: così si presenta Piazza del Popolo quando inizia la manifestazione per la libertà di informazione organizzata dal sindacato unitario dei giornalisti. Trecentomila i partecipanti, secondo gli organizzatori. Sessantamila per la Questura.
FNSI – La manifestazione inizia con un minuto di silenzio per la sciagura di Messina. Sale sul palco Franco Siddi, segretario generale della Fnsi, che invita il premier, Silvio Berlusconi, a ritirare «il ddl Alfano sulle intercettazioni» e «le cause intentate contro i giornalisti». «Al premier, al Parlamento e al governo – afferma Siddi – chiediamo di cancellare le norme che vietano l’esercizio del diritto di cronaca, e di consentire che le indagini giudiziarie possano svolgersi secondo l’indipendenza della magistratura. Al presidente del Consiglio chiediamo anche di cessare la campagna di accuse contro i giornalisti, di smetterla di additarci come farabutti e di dire finalmente la verità. Chiediamo all’onorevole Berlusconi e a tutti i politici che hanno intentato azioni legali contro i giornalisti – ha insistito Siddi – di ritirare le cause».
SAVIANO – Poi arriva l’intervento di Roberto Saviano. «Combattiamo per la serenità di lavorare senza doverci aspettare ritorsioni. Quello che sta accadendo in questi giorni dimostra che verità e potere non coincidono mai» dice l’autore di “Gomorra”. «Quello che è accaduto a Messina è il frutto non della natura, ma del cemento. Se chi permette a chi scrive di farlo secondo coscienza e senza pressioni, tragedie come questa potrebbero essere evitate. Onore è una parola che la mafia ci ha rubato. Questo termine oggi è stato recuperato. Ma non bisogna dimenticare che qui vicino, in una via molto famosa, sono stati sequestrati dei ristoranti di proprietà della n’drangheta. Oggi, però, abbiamo dimostrato che questo Paese vuole ritrovare il suo onore».
LA POLITICA – Molti i leader politici dell’opposizione presenti. «Questa è una grande prova della società italiana, della società civile che ha ancora la capacità di indignarsi» afferma il segretario del Pd, Dario Franceschini. «Siamo qui – dice invece il leader Idv, Antonio Di Pietro – perché vogliamo riaffermare il diritto all’informazione, fondamentale per la democrazia, che oggi è minacciata». «Parlamento e governo – aggiunge Di Pietro – fanno sempre più leggi per pochi e per furbi mentre molti stanno male”. La manifestazione, spiega Di Pietro, «è per la libertà di stampa e contro il governo Berlusconi che è in totale conflitto di interessi». «Mi spiace non aver potuto partecipare all’iniziativa della Fnsi sulla libertà di stampa – dichiara invece il segretario del consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti Enzo Iacopino. – Ho semplicemente sbagliato piazza e mi sono ritrovato in una manifestazione del Pd, di Rifondazione Comunista con la partecipazione di Cgil e di tanti esponenti dello spettacolo. C’era anche il sosia dell’onorevole Antonio Di Pietro perché non poteva certo essere il leader dell’Italia dei valori, primatista tra i politici delle cause contro i giornalisti», ha concluso Iacopino. «Questa piazza è la miglior risposta a chi definisce una buffonata la necessità di manifestare per la libertà di stampa» dice Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21. «Questa piazza – insiste Giulietti – saprà difendere anche la libertà delle donne e degli uomini di destra, dileggiati per aver espresso un punto di vista diverso rispetto a quello del presidente editore. Il miglior sponsor di questa manifestazione è stato Berlusconi, il quale ha sostenuto che in Italia c’è talmente libertà di stampa al punto che vanno in onda 4 o 5 trasmissioni che non gli piacciono. Parole di un sovrano sul viale del tramonto». «Si parlava di un Paese rassegnato, seduto – afferma il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani – ma questa è una grande prova di vitalità democratica con la presenza di tanti cittadini, al di là della presenza dei partiti, e anche tanti giovani».
MANIFESTAZIONE DELLA SCUOLA – A Piazza del Popolo anche il corteo dei lavoratori della scuola a cui hanno aderito Flc-Cgil e Gilda. Come spiega la Federazione Lavoratori della Conoscenza-Cgil, si tratta di «un’altra importante occasione, nel percorso di mobilitazione e di lotta contro la precarietà e contro la politica scolastica di questo governo, per sostenere la piattaforma rivendicativa presentata lo scorso 15 luglio». Per le strade della Capitale anche un secondo corteo di precari della scuola, quello dei Cobas: partenza da Santa Maria Maggiore e arrivo al ministero dell’Istruzione a Trastevere. A termine del corteo, sulle scale del ministero, l’assemblea dei precari per fare un bilancio del movimento e proporre le future iniziative. «È una mobilitazione, sviluppatasi in tutta Italia, contro la politica scolastica di Tremonti-Gelmini che, in spregio a qualsiasi progetto didattico e culturale, sta ingigantendo il distruttivo immiserimento della scuola pubblica praticato anche dai governi di centrosinistra, tagliando circa 60mila posti di lavoro, scuole, classi ed espellendo in massa i precari/e in base a sciagurate motivazioni finanziarie», dice Piero Bernocchi, portavoce nazionale dei Cobas. «È grave che, di fronte ad un appuntamento di lotta così importante per la scuola, la ‘cattiva politica’ dei partiti e sindacati di centrosinistra (che con i governi Prodi hanno sostenuto politiche analoghe a quelle berlusconiane), nell’intento di opporsi a Berlusconi come persona e non come politica, manifestino per ‘la libertà di stampa’ (mai garantita quando erano al governo) nello stesso giorno, ora e città dei precari; ed ancor più grave che vogliano sottrarre – con il corteo della Cgil e dei partiti di centrosinistra – gruppi di precari dalla mobilitazione verso il Ministero per rimpinguare la loro manifestazione», prosegue Bernocchi.
[fonte: Corriere.it]