Che Paese è il nostro? Un paese maltrattato e offeso da una gestione dissennata della cosa pubblica. Siamo feriti e, secondo alcuni, moribondi. Però, non tutti gli italiani sono come i politici. Non tutta l’Italia è come quell’ammasso di inefficienza, privilegi, incapacità, furbizia, inutilità che è racchiuso nei palazzi del potere. Ci sono imprenditori, lavoratori e scienziati capaci, seri, innovativi, intraprendenti, intelligenti che ogni giorno, nonostante tutto, migliorano l’immagine dell’Italia nel mondo.
Di seguito vorrei riportare tre esempi positivi (quelli negativi li vediamo tutti i giorni) di quello che il nostro Paese riesce ancora a fare.
1) In questo momento nello spazio sta viaggiando Juno (Giunone la moglie di Giove) una sonda che dovrebbe raggiungere Giove per studiarne il campo magnetico. Sebbene la data d’arrivo sia tutta U.S.A. (dovrebbe essere il 4 luglio, festa dell’indipendenza, 2016), in Juno c’è molta Italia. Al progetto della NASA, hanno collaborato due agenzie scientifiche e due aziende italiane. Un ruolo di primo piano nella realizzazione del progetto, infatti, l’hanno avuto l’INAF (Istituto Nazionale di Astrofisica) e l’ASI (Agenzia Spaziale Italiana). Inoltre, la Selex Galileo (gruppo Finmeccanica) ha realizzato Jiram, uno spettrometro a infrarossi che svelerà la composizione dell’atmosfera di Giove. Mentre la Thales Alenia Space Italia, con il supporto dell’università di Roma “Sapienza”, ha realizzato Kat, lo strumento che fornirà le informazioni circa il campo gravitazionale del pianeta.
2) E’ nato un nuovo aereo della Boeing. Il Dreamliner 787, un aereo innovativo fatto in materiale composito (fibra di carbonio), più leggero e resistente, che farà risparmiare il 20% di carburante e inquinerà di meno. La Boeing ha avuto già 821 ordini di questo nuovo modello. La Alenia Aeronautica (gruppo Finmeccanica) produce la sezione centrale, la centro-posteriore della fusoliera e il piano di coda orizzontale dell’aereo per un totale del 14% dell’intera struttura.
3) Euclid, una nuova missione dell’ESA (European Space Agency), nel 2019, porterà nello spazio il primo “tele grandangolo” cosmico, con un campo visivo 200 volte più ampio di quello del celebre telescopio Hubble. Nella realizzazione del programma verranno impiegati circa 200 scienziati italiani che avranno la responsabilità dell’intero canale spettroscopico e che contribuiranno a quello di Imaging attraverso la realizzazione della parte elettronica, della gestione dei dati e del loro sfruttamento scientifico.
Insomma, fatta eccezione per la parte politica, non siamo male.