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L’incontro conclusivo avviene nella terrazza-ristorante del MOMA di New York. L’obiettivo principale di Magnum è la libertà e l’autonomia editoriale dei fotografi. Inoltre, per la prima volta, viene sancito un principio rivoluzionario: i fotografi mantengono la proprietà dei negativi (una sorta di diritto d’autore ante-litteram). Vengono immediatamente aperte due sedi operative: l’ufficio di New York (nel vecchio ufficio di W.Vandivert sull’8º Strada) e l’ufficio di Parigi (nell’appartamento di Maria Eisner al 125 di Rue de Faubourg St.Honoré).

Il mondo diviso in quattro

I quattro fotografi, si spartiscono le aree geografiche di competenza, per svolgere l’attività fotogiornalistica e per garantire così una piena copertura ad ogni avvenimento nel mondo.
Chim vuole esplorare l’Europa, Cartier-Bresson, accompagnato dalla moglie indonesiana Ratna Mohini, desidera occuparsi dell’Estremo Oriente, George Rodger identifica l’Africa come luogo d’elezione e Robert Capa preferisce assecondare la sua attitudine itinerante. Chim viene incaricato, nel 1948, dall’Unicef di realizzare un reportage dedicato ai bambini bisognosi nell’Europa del dopoguerra. In dodici settimane viaggia in Polonia, Ungheria, Austria, Germania, Italia e Grecia.
Successivamente lavora ad un progetto sulla Città del Vaticano, si stabilisce in Italia, fotografa gli eventi politici europei e la nascita dello Stato di Israele. Nel percorso espositivo vengono raccolte 25 fotografie di Seymour riferite ai bambini orfani di guerra e a numerosi reportage che realizzò in Europa nei primi anni del dopoguerra.

La morte di Gandhi

Henri Cartier-Bresson, giunge in India subito dopo la proclamazione d’Indipendenza avvenuta nell’agosto 1947. Il 30 gennaio 1948, Cartier-Bresson, grazie alle sue conoscenze, ottiene un incontro con il Mahatma Gandhi. Meno di un ora dopo la fine di quella conversazione Gandhi sarebbe stato ucciso da un estremista indù. Cartier-Bresson documenterà i funerali del padre spirituale indiano. “Life” prontamente contatterà l’ufficio parigino di Magnum per acquistare i diritti delle foto.
La sezione dedicata a Cartier-Bresson raccoglie 25 celebri fotografie di questa esperienza indiana.

Il primo fotografo a mettere piede a Bergen-Belsen

George Rodger, traumatizzato dall’orrore dei campi di concentramento di Bergen-Belsen (è il primo fotografo ad entrarvi nel 1945), pianifica un viaggio in Africa con la moglie Cicely desideroso di occuparsi di culture “primordiali” ancora legate alla natura. Realizza il reportage sulla comunità dei Nuba in Kordofan (Sudan) che verrà pubblicato nel 1955 da Delpire in un volume dal titolo “Villages des Noubas”. La mostra, anche in questo caso, riunirà assieme 25 immagini realizzate da Rodger.
Robert Capa, dal 1948, si occupa con costanza ai reportage dedicati alla nascita dello Stato di Israele; in particolare in tre viaggi testimonierà la nascita dello stato Israeliano e il problema dei campi profughi. La sezione dedicata a Capa raccoglierà una selezione di circa trenta fotografie delle sue più celebri fotografie realizzate in Spagna, Cina e in Europa durante il secondo conflitto mondiale; contemporaneamente una selezione di circa 15 foto del suo reportage dedicato a Israele.

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Cremona, Museo del Violino. Dal 31 ottobre 2014 all’8 febbraio 2015. Dal martedì al giovedì dalle 10.00 alle 18.00; dal venerdì alla domenica dalle 10.00 alle 19.00. Lunedì chiuso. Chiuso il 25 di dicembre e il 1 di gennaio.
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