Sabato sera, ora di cena. Haruko alzò il ricevitore del telefono. Fece un respiro profondo prima di rispondere: «Watanabe, sei tu, credevo mi chiamassi nel pomeriggio.» Furono le sole parole che …
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Lunedì mattina, ora di pranzo. Watanabe rilassò le spalle, allontanò le mani dalla tastiera, attese che il computer andasse in stand-by e si guardò attorno sorridente. L’openspace era deserto e …
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