Se anche voi avete un figlio, un nipote, una cuginetta, insomma un alibi valido che abbia dai tre ai diciotto anni allora dal 12 al 25 luglio strappatelo alle consolle, alla realtà virtuale e alla noia delle estati in città e partite: rotta verso il Giffoni Film Festival. Ospitato dall’omonima cittadina in provincia di Salerno il Giffoni – arrivato ormai alla trentanovesima edizione – vi offrirà, come nessun libro di pedagogia potrà fare,uno spaccato reale di cosa significhi essere bambini o adolescenti. E loro, i veri protagonisti (sono anche l’unica insindacabile giuria del festival), vi faranno sorridere e innervosire: vorrete ascoltarli e qualche volta imbavagliarli, vi verrà nostalgia ma anche tanta voglia di guardare avanti. Comunque vi sarà data la possibilità di conoscerli meglio e, perché no, anche di conoscere meglio voi stessi. Posto sotto l’Alto Patronato del Capo dello Stato, quest’anno il festival ha scelto come centrale l’ardito tema del tabù includendo in esso tutto ciò che è considerato diverso, proibito e spesso pericoloso. Ciò che per cultura o paura sottoponiamo unicamente al nostro pregiudizio e non a uno sguardo obiettivo e aperto. Così passando dal razzismo alla sessualità, dall’handicap alla guerra, si avrà l’occasione di approfondire tematiche tutt’altro che infantili, allargando la propria visuale a storie e interpreti venuti da tutta Europa e da ogni angolo del pianeta: dalla Nuova Zelanda al Brasile, dall’Iran all’Australia, attraversando Liberia, Corea del Sud, Messico e Stati Uniti d’America. Oltre ai film e ai corti in concorso il Giffoni vi propone una serie di straordinari appuntamenti. Certo non sarà facile barattare con vostro nipote l’uscita in anteprima del sesto capitolo della saga di Harry Potter con l’imperdibile Comizi d’amore di Pier Paolo Pasolini (questa del resto potrebbe essere l’unica occasione della vostra vita di vederlo vista la programmazione tv italiana) all’interno della sezione Italian Taboo Nites. Vi costerà una fatica immane fargli comprendere che una lezione di Vincenzo Cerami sulla sceneggiatura o una di Luigi Lo Cascio sul mestiere dell’attore potrebbero essere più emozionanti della visione del concerto in 3D dei Jonas Brothers (se non sapete neppure chi sono difficilmente la spunterete voi). Non rammaricatevi se dovendo scegliere tra C’era una volta il West di Sergio Leone e L’era glaciale 3 lui opterà per quest’ultimo, poi crescerà e vi chiederà perdono. Se terrete duro prima della fine del festival forse rinuncerà a conoscere gli attori di qualche telefilm spacca audience per ascoltare Sergio Castellitto, Laura Morante o Paolo Villaggio. A quel punto capirete che le vostre fatiche non sono state vane, che qualche piccolo indifeso seme è stato piantato e anche se andrà ancora curato, innaffiato e in alcune occasioni anche concimato, in futuro fiorirà una testa pensante, una mente aperta, tollerante e attenta. Una pianta nuova capace di donare ossigeno, nutrimento e riparo a questo Paese che negli ultimi mesi e apparso sempre più soffocante e chiuso. Se tutto ciò ancora non bastasse, prendete le vostre piantine e portatele a sfogare le energie o a farsi rapire dalle innumerevoli attività musicali proposte: dai tamburi del Senegal alla Banda Balcanica, dalla pizzica salentina alla Capoeira, dalle sonorità Tzigane alla Bandabardò: allora finalmente potrete dire grazie Giffoni!
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