“…le lucide allucinazioni dell’autore, lungi dall’isolarsi nel chiuso spazio di un monologo interiore, si aprono ad esigenze nuove e diverse, sintomo di una nuova e precoce maturità che rende la voce del poeta fra le più singolari del panorama contemporaneo della poesia, fruita non come esibizione ritmica, bensì come coscienza consapevole del suo ruolo all’interno dell’umano dibattito.”Così si propongono le “Lucide allucinazioni” di Riccardo Pulcini,
che saranno presentate sabato 26 gennaio presso il live-bar Margot, via dei Volsci 13 a Roma (zona San Lorenzo). L’inizio dell’evento è previsto per le ore 22:00. La silloge poetica “Lucide allucinazioni” di Riccardo Pulcini è presentata nell’ambito dello spettacolo “Confutatis”, con musiche dal vivo dei Tozaca e letture dal libro degli attori Mattia Zaccaro e Nadia Barbabella. Introduzione dello scrittore Massimiliano Di Mino.
Riccardo Pulcini è nato a Roma nel 1977. È laureato in sociologia e organizza corsi di storia del cinema e sceneggiatura per diverse associazioni culturali che operano nell’ambito culturale e formativo. Cantante e compositore musicale, si esibisce da oltre un decennio nei più importanti locali di Roma, portando avanti un progetto creativo rigorosamente originale. Ha pubblicato la poesia Lasciva adorazione all’interno dell’antologia Danzando nel sapore dell’uva (Giulio Perrone editore 2010), una propria raccolta di racconti, La ballata dei vinti (0111 Edizioni 2010), con prefazione dello scrittore Massimiliano Di Mino, e il racconto Almeno uno su due (Lite Editions 2011), scritto insieme al giornalista Gianluigi Polcaro.
Cos’è la scrittura per Riccardo Pulcini? Cosa significa per te “scrivere”?
Per me la scrittura è un bisogno innato, ineludibile, una condanna che mi costringe a trasformare in carta le intuizioni e le percezioni che la realtà mi suggerisce, ma anche i pensieri, le paure e le ossessioni che affollano la mia mente. Nel contempo è però una forma di redenzione che mi salva dagli abissi dell’anima e mi permette di liberarmi, forse a discapito del lettore, di tutte le pulsioni negative e aberranti che insidiano incessantemente l’uomo.
Quando hai cominciato a scrivere?
Ho iniziato a scrivere poesie poco dopo aver imparato a scrivere le lettere dell’alfabeto, sviluppando una certa capacità di usare le rime, che mi ha aiutato anche nella composizione musicale, a cui sono dedito dai tempi del liceo. Poi ho abbandonato le rime, affrancandomi dai limiti che esse necessariamente impongono, e ho cercato uno stile più evocativo, dove le parole stesse, legate l’una all’altra in un rapporto di simbiosi estetica si propongono di trasmettere significati senza la mediazione di uno schema predeterminato.
Quanto è importante la relazione tra pensiero poetico e tecnica di scrittura?
In generale, l’arte, prima di essere una forma di esaltazione solipsistica, è una forma di comunicazione e, in quanto tale, dovrebbe cercare di rivolgersi a chiunque, evocando sensazioni e significati, spunti e riflessioni, pur diversi per ogni diverso fruitore. Infatti, nella mia poesia, le tematiche sono quelle che si rivelano attraverso la bellezza delle parole e non quelle che vengono enunciate attraverso artificiosi costrutti programmatici che devono essere decifrati. Chi legge le mie poesie deve cogliere quello che vuole e quello che può cogliere, senza cercare necessariamente un’interpretazione razionale.
Quali sono i tuoi riferimenti?
I punti di riferimento del mio lavoro poetico, che poi corrispondono agli autori che amo di più, sono Charles Baudelaire, Arthur Rimbaud, Paul Verlaine, Giuseppe Ungaretti e Catullo.
Il tuo universo letterario si limita alla poesia?
Oltre alle poesie, negli ultimi tempi, ho anche scritto e pubblicato diversi racconti e ora sono dedito alla stesura di un romanzo, che tra l’altro parla di musica, un tema per me fondamentale, che ha attraversato tutta la mia vita e che ha scandito tutte le mie esperienze. Certamente le forme letterarie della poesia, del racconto e del romanzo, ma anche della musica, hanno linguaggi diversi, caratterizzati da diversi stili, diversi tempi e diversi tipi di narrazione, anche se l’autore è lo stesso. E certamente anche i punti di riferimento sono diversi. I miei racconti richiamano in qualche modo quelli di Raymond Carver, Charles Bukowski e Dino Buzzati, mentre per il romanzo, per quanto sia difficile arrivare a tanto, cerco di trarre ispirazione, per la costruzione narrativa, per gli stilemi sintattici, per le tematiche di riflessione, per lo sviluppo delle vicende e dei personaggi, soprattutto dalle opere di Fëdor Dostoevskij, Oscar Wilde, Italo Svevo, Milan Kundera, Émile Zola e Stendhal.
- Informazioni sul libro:
“Lucide allucinazioni”
silloge poetica di Riccardo Pulcini
Linee Infinite Edizioni, 2012
ISBN – 978-88-6247-094-0
pag. 104
€ 8,00