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E così anche la capitale d’Italia avrà il suo quartiere a luci rosse. Lo hanno deciso i capoccioni del Campidoglio e del IX Municipio per liberare le strade dalle passeggiatrici, dicono. A questo scopo, hanno stabilito che il “mestiere” si potrà esercitare solo all’interno di un’area protetta nel quartiere dell’Eur. Qui le signore offriranno i loro servizi sotto la protezione della polizia municipale e dei volontari sanitari. Nelle altre zone, invece, la repressione sarà totale e gli eventuali avventori riceveranno multe di cinquecento euro.

Come funzionerà la zona rossa?

Chi lavorerà all’interno della zona rossa, quindi, avrà un sicuro vantaggio, sia perché avrà meno concorrenza sia perché i propri clienti saranno risparmiati. Rimane da capire con quali racket il comune prenderà accordi.
Quali saranno i “magnaccia” che potranno lavorare all’interno della zona a luci rosse e quali ne saranno esclusi? Oppure il comune di Roma gestirà la prostituzione in prima persona?
Quindi avremo un’amministrazione che o prenderà accordi con chi costringe le donne alla prostituzione e poi le sfrutta, oppure che recluterà direttamente le prostitute assumendole nei suoi organici. Francamente entrambe le soluzioni sembrano paradossali, ma l’Italia e Roma ci hanno abituato a tutto.

A pensare male si fa peccato…

Inoltre, in base a quale principio giuridico sarà possibile multare solo i clienti delle prostitute che esercitano fuori dalla zona protetta? I comportamenti illeciti non dovrebbero essere sanzionati tutti allo stesso modo? È come dire che se si ruba a Tizio si commette un reato, mentre se si ruba Caio no.
Come al solito Marino e la sua combriccola dimostrano tutta la loro confusione e incapacità. Sempre che si tratti solo di inettitudine e che, invece, dietro questa presa di posizione non ci sia la necessità di risarcire quanti sono stati danneggiati dalle indagini su “mafia capitale”.
Non vorremmo che le organizzazioni criminali smascherate dalla magistratura stiano cercando, con l’appoggio dell’amministrazione comunale, di assicurarsi nuove fonti di reddito.
Come diceva un famoso politico, profondo conoscitore del modus operandi italiano: “A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca”.

prostituzionequartiere luci rosseRoma
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Marco Di Mico

Romano, sposato, padre di due figli. Laurea in Lettere, indirizzo storico-economico. Ha curato per UTET la pubblicazione di "Il sistema aureo e il fondo di conguaglio dei cambi” di Cabiati, "Quota 90, la rivalutazione della lira: 1926-1928” di de' Stefani, "Il mercato monetario internazionale" di Supino. È stato cultore di Economia Politica all'Università Roma III. Nel 2013 ha pubblicato il suo primo romanzo: “La vicenda di un lavoratore bastardo” (Medea edizioni). Lavora come sistemista in un'azienda informatica

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