La Cgil si dichiara disponibile all’utilizzo dei contratti di solidarietà e apre alla possibilità di un confronto sulla “settimana corta” purché non siano furbizie. “Ben venga l’avvio di un confronto con governo e imprese su tutte le forme di tutela, ed è bene che si sia passati da un’impostazione priva di senso, che prevedeva la detassazione degli straordinari, a questa nuova ottica” ha detto il segretario generale Guglielmo Epifani.
Il leader della Cgil ha sottolineato che “servono politiche di sostegno contro la crisi industriale, servono anche strumenti parzialmente nuovi e soprattutto risorse più rilevanti”. Sì quindi ai contratti di solidarietà a patto che “siano inseriti in un quadro di tutele che evitino il distacco dei lavoratori dai posti di lavoro, non escludano i lavoratori precari e non costituiscano una furbizia per evitare al soggetto pubblico di investire tutte le risorse necessarie” ha detto il segretario parlando al direttivo del sindacato.
Epifani è convinto della necessità di aprire subito un tavolo di confronto con le parti sociali per affrontare la crisi e ha proposto un calendario di iniziative per sostenere le richieste della Cgil e proseguire la mobilitazione che culminerà con una manifestazione a Roma per la fine di marzo.
“E’ necessario avviare un tavolo sulla crisi perché in questa fase e con l’avvio del nuovo anno, quando fra gennaio e aprile si manifesterà il picco negativo della crisi economica, bisognerà concentrarsi sulle modalità con le quali affrontare gli effetti di questa situazione”, ha detto il segretario della Cgil.
“Serve il contributo di tutti ed è necessario prima confrontarsi, poi tocca naturalmente al governo decidere. Fare il contrario, come è accaduto con la riforma della scuola, determina solo confusione e incertezze”, ha detto ancora Epifani aggiungendo che “deve essere chiaro, però, che il tavolo di confronto, richiesto anche recentemente dalla Confindustria, non può riguardare solo le conseguenze della crisi, e cioè la gestione degli ammortizzatori sociali, ma deve partire dalle scelte di politica macroeconomica e industriale”.
Per quanto riguarda le pensioni, Epifani ha ribadito il no a una “eguaglianza formale del pensionamento di uomini e donne”, indicando invece la strada della flessibilità in uscita “prevista dalla riforma Dini e cancellata da Maroni”. Precari, pensionati, donne e Mezzogiorno sono, per Epifani, i soggetti intorno ai quali concentrare l’attenzione perchè sono i più colpiti in questa fase di difficoltà. Proprio per questo il segretario della Cgil ha proposto al direttivo un calendario di iniziative, a partire da gennaio, con piattaforme unitarie, dove possibile, a cominciare da quelle dei pensionati.
“Faremo tutte le iniziative unitarie possibili – ha detto – ma se non sarà possibile la Cgil non starà ferma, perché non è accettabile l’idea di un sindacato subalterno che rinuncia e lanciare e sostenere le proprie proposte”. Per la fine di marzo è quindi prevista una manifestazione nazionale a Roma “per dare forza alla richiesta di cambiamento della politica economica, sociale e fiscale del governo”.
[fonte: Repubblica.it]