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Le ultime notizie dal paese dei balocchi sono piuttosto preoccupanti. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, asserragliato nel suo bunker sotterraneo (nome in codice “la discoteca del bunga bunga”) ad Arcore, manda video messaggi a chiunque per ribadire la propria innocenza e per denunciare il complotto che, da tempo, lo vede vittima. Le sue presunte concubine rilasciano interviste come star del cinema davanti al famigerato condominio dell’Olgettina: una specie di deposito in cui – a quanto dicono i pm sovversivi di Milano – Berlusconi alloggiava le sue “amiche”. Però in tribunale a difendere la propria dignità da queste ingiuste accuse Silvio Berlusconi non ci vuole andare. Perché? Dai, è sempre la stessa storia: il complotto delle toghe rosse con la complicità dei comunisti, ecc, ecc.

Nel frattempo in nord Africa (quel posto da cui provengono i terrificanti immigrati che tolgono il sonno alle casalinghe venete) scoppiano rivoluzioni, la gente scende in piazza e marcia contro i blindati dell’esercito. Qualche illuminato intellettuale italiano ha esaltato la sollevazione egiziana additandola a modello da imitare. Più di trecento morti (noti) e un numero imprecisato di feriti contano poco quando c’è da fare la rivoluzione e, anche noi nel nostro piccolo, dovremmo – a quanto ci dicono gli intellettuali di cui sopra – scacciare il tiranno Berlusconi a suon di ceffoni. Questo è il punto in cui la gente che ha ancora un po’ di sale in zucca strabuzza gli occhi e si mette a ridere. Ma non tutti ridono, qualcuno sogna il vecchio e stupido mito della rivoluzione e della lotta armata. Insomma, caro Gandhi, grazie tante, ma la non violenza non è telegenica. I partner stranieri dell’Italia ci guardano storto e, ai tavoli della diplomazia internazionale, preferiscono fare a meno di noi. Come biasimarli…

Non paghi di tutto questo marasma ci tocca pure mobilitarci – maschi e femmine – per spiegare al nostro presidente del Consiglio e al suo elettorato che le donne non sono tutte in vendita e a sua disposizione come vorrebbe credere. Già perché la questione spinosa non è se Silvio Berlusconi sia colpevole o meno dei reati di cui è accusato, ma se sia tollerabile che il nostro presidente del Consiglio consideri le donne (italiane e non) esclusivamente come oggetti sessuali più o meno desiderabili. Ognuno decida con la sua testa, e chi non è donna pensi alle donne a cui vuole bene e si domani se gradisce che vengano considerate poco più che potenziali prostitute. L’hanno detto in molti, l’ha ribadito anche Medeaonline, ripetiamolo ancora una volta: adesso basta!

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