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Nel 1989 Alutekna, Ansaldo ed Enel avevano tentato una sperimentazione di vaporetto elettrico a Venezia. La sperimentazione sembrava fallita o, comunque, non pareva destinata ad avere un futuro. Le cose invece sono andate diversamente.

Per vedere i primi, veri vaporetti senza un motore diesel a Venezia dovremo attendere il 2012. La tecnologia che permetterà ai vaporetti di inquinare meno le acque (già abbastanza inquinate) del Canal Grande è un ibrido idrogeno/elettrico. I primi 12 vaporetti spinti da motori alimentati a idrogeno e a corrente elettrica (le celle dovrebbero essere alloggiate sui tetti dei vaporetti) costeranno circa 2 milioni di euro a vaporetto. Partecipano al progetto Actv, Finmeccanica, Enel, Ansaldo e il Ministero dello Sviluppo Economico (che, dal 2006 – sotto la guida del Governo Prodi II – in poi, ha fornito 5 dei 12 milioni di euro necessari allo sviluppo del progetto).

Enel in particolare sta costruendo a Porto Marghera una centrale elettrica a idrogeno per far fronte al prevedibile aumento di richiesta di energia elettrica. È una grande opportunità anche per Porto Marghera che potrebbe finalmente uscire dal pantano a cui era stata condannata come polo chimico. Il vaporetto a idrogeno si chiamerà Vision e i progettisti promettono che sarà silenzioso come una gondola; di sicuro, se il progetto dovesse avere successo, diventerà una vera gallina dalle uova d’oro. Gli impieghi di una tecnologia simile nel mondo (anche il comune di Milano è interessato a un modello di Vision per la navigazione dei Navigli) sono moltissimi.

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Redazione

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