Nella splendida cornice di Villa Medici a Roma, sede dell’Accademia di Francia a Roma dal 1803, é stata allestita la mostra Collection Lambert en Avignon Voyage à Rome (Collezione Lambert in Avignone – Viaggio a Roma), a cura di Eric Mezil, aperta da mercoledì 7 maggio a lunedì 14 luglio 2008. Una panoramica sull’arte contemporanea con opere di artisti di fama internazionale del calibro di Cy Twombly, Claude Lévèque, Anselm Kiefer, Giulio Paolini, Nan Goldin, Bertrand Lavier, Gordon Matta-Clark. Pitture, sculture, disegni, installazioni e video occupano la totalità degli spazi di Villa Medici: le gallerie, la cisterna romana, l’atelier del bosco, i giardini e la scala del Grottone, aperta per le prima volta al pubblico.
LA MOSTRA
Questo progetto nasce dall’incontro tra Richard Peduzzi e Yvon Lambert, collezionista e grande scopritore di talenti. Ne é scaturita una mostra ricca di capolavori provenienti dalla Collection Lambert, inaugurata nell’antico Palazzo di Caumont durante le celebrazioni “Avignone capitale europea della cultura” nel 2000. L’esposizione nasce con l’intento di offrire ai visitatori un percorso suggestivo nell’arte contemporanea dall’ampio respiro internazionale.
Una vasta selezione di opere testimonia l’intenso legame di Lambert con la città di Roma e con la cultura italiana; interesse che, negli anni ’70, lo ha portato a far conoscere l’Italia ad un gran numero di artisti: Cy Twombly, che sceglie di vivere tra Roma e Gaeta, e Sol LeWitt, che compra casa a Spoleto, restandoci oltre trent’anni. Sulla stessa scia approderanno artisti come Daniel Buren, Richard Tuttle, Brice Marden, André Cadere, Christo, Marcel Broodthaers, Niele Toroni.
Sono presenti le opere di oltre trenta artisti contemporanei, sottolineando il loro forte legame con la tradizione classica italiana. I disegni su carta di Cy Twombly fanno riferimento al sentimento amoroso tanto quanto Il pittore e la modella di Matisse e di Picasso; i collages di Brice Marden sono intimamente legati alla storia dell’arte del Quattrocento; la serie di busti di Andres Serrano riproducono l’immagine di Dante, mentre quelli di Miquel Barcelo ritraggono Virgilio. Jean-Charles Blais raffigura un imperatore romano e il lavoro di Giulio Paolini richiama le Tre Grazie e il dramma di Niobe.
Alcune delle opere in mostra sono ideate appositamente per gli spazi di Villa Medici. Niele Toroni, Bertrand Lavier e di Nan Goldin sono esposti nelle scalinate delle Gallerie: fotografie che parlano della passione per la cultura mediterranea. E ancora, Bruno Peinado nella Cisterna romana e Claude Lévèque sono esposti nella scala segreta del Grottone, luoghi mai aperti al pubblico, che diventano per l’occasione una commemorazine della discesa negli inferi d’Orfeo ed Euridice. Nei Giardini, installazioni sonore attirano l’attenzione dei visitatori : sono le voci di Marcel Broodthaers e del suo gatto critico d’arte, di Louise Bourgeois e di Louise Lawler; i nomi degli artisti sono fischiettati come versi d’uccello.
Inoltre, come nella tradizione dei dipinti degli illustri pensionnaires del XIX secolo, Yvon Lambert ha chiesto ad Anselm Kiefer di realizzare, appositamente per la mostra, un grande quadro della fontana posizionata davanti alla facciata di Villa Medici, detta Fontana della Palla di Cannone e costruita da Annibale Lippi.
E, se la Grecia e l’Italia hanno inventato la tragedia e la commedia, Avignone é considerata oggi la capitale del teatro; la Collection Lambert se ne fa portavoce. Fa parte della mostra, infatti, la commessa fatta ad Andres Serrano: nell’Atelier del Bosco sono esposti i ritratti dei soci della Comédie Française che recitano Fedra, Cyrano o le favole de La Fontaine.
L’esposizione Collection Lambert en Avignon Voyage a Roma é accompagnata da un catalogo bilingue (italiano e francese), edito da Electa e corredato da immagini di Claudio Abate. Il volume si apre con la presentazione di Richard Peduzzi, con il testo critico di Eric Mézil e contiene saggi e articoli di amici d’Yvon Lambert, testi che raccontano il ruolo del celebre gallerista nel mondo dell’arte, la relazione con Roma e il nesso che ha stabilito tra l’arte antica e l’arte contemporanea. Da segnalare il contributo di Achille Bonito Oliva, che approfondisce l’influenza di Lambert sui mercanti d’arte e sui collezionisti romani, e l’intervento di Graziella Lonardi Buontempo, una descrizione dell’intenso legame di Lambert con Cy Twombly.
Una mostra da non perdere : un viaggio nell’arte degli ultimi trent’anni in uno dei luoghi più europei di Roma.
IL LUOGO
La Villa Medici è un complesso architettonico situato sulla collina del Pincio accanto a Trinità dei Monti a Roma. Ospita dal 1803 l’Accademia di Francia a Roma.
Lo spazio in cui sorge la villa era occupato nell’antichità dagli Horti Luculliani. Venne poi in possesso di Messalina, che proprio in questa villa fu uccisa, e fu sede di Onorio e di Belisario.
Caduto l’impero, la sua posizione periferica ne causò l’abbandono, e nel 1564, quando i nipoti del cardinale Giovanni Ricci di Montepulciano acquistarono il terreno, l’unico fabbricato “civile” era la Casina del cardinale Marcello Crescenzi, che vi teneva una vigna ed aveva iniziato lavori di ampliamento dell’edificio affidandoli al fiorentino Nanni Lippi. I nuovi acquirenti ripresero in mano il cantiere, affidandolo al figlio di Lippi, Annibale, ma la tradizione vuole che vi abbia contribuito anche Michelangelo.
Nel 1576 la proprietà fu acquisita dal cardinale Ferdinando de’ Medici, che fece completare i lavori da Bartolomeo Ammannati. Secondo il gusto dell’epoca, una parte dei ruderi furono interrati, mentre bassorilievi e statue romane riemerse dalle vigne venivano incastonate, in una sorta di grande museo all’aperto, nella facciata della villa e nel grande giardino che richiamava i giardini botanici creati da suo padre Cosimo a Pisa e a Firenze, ricco di piante di pino, cipresso , querce e piante rare, e decorato con sculture che richiamano palazzo Spada.
Molti di questi materiali furono portati a Firenze quando il cardinale divenne Granduca di Toscana, nel 1587. Per un secolo e mezzo la villa fu uno dei luoghi più eleganti e mondani di Roma, sede degli ambasciatori del Granducato di Toscana alla corte papale.
Quando, nel 1737, la linea granducale dei Medici si estinse, la villa passò ai Lorena, come il Granducato. La spoliazione definitiva della villa avvenne per volontà del granduca Pietro Leopoldo di Lorena nel 1789, desideroso di radunare a Firenze tutte le collezioni medicee. Vennero così imballato e spedito via mare tutte quello che si poteva trasportare. Tra i pezzi più pregiati vi furono le statue romane nella Loggia dei Lanzi, la Venere Medici agli Uffizi, il Vaso Medici, un enorme cratere neoattico sempre agli Uffizi, l’obelisco del giardino di Boboli o la vasca in granito grigio proveniente dalle terme di Caracalla.
Durante l’età napoleonica, con il breve Regno d’Etruria, la villa pervenne a Napoleone Bonaparte, che ne prese possesso nel 1803 e vi trasferì l’Académie de France à Rome, la cui sede era stata incendiata nel 1793. Questa prestigiosa istituzione culturale ebbe fra i suoi direttori Ingres e Balthus. Da allora la villa ospitò i vincitori del Prix de Rome.
Dal 2000 l’Accademia di Francia ha intensificato la propria presenza nel panorama culturale romano, localizzando a Villa Medici importanti mostre ed eventi artistici e culturali.
Fonti: sito della Villa Medici – Wikipedia
Foto: Claudio Abate (dal sito della Villa Medici)