Gli studenti dell’Onda sono dei “guerriglieri, e verranno trattati come guerriglieri”. Usa parole forti per parlare del movimento della protesta studentesca il ministro della Funzione pubblica, Renato Brunetta. All’indomani dello sciopero della scuola indetto dalla Cgil, con i cortei in tutta Italia che, in alcuni casi – come all’università La Sapienza di Roma – sono sfociati in momenti di tensione fra manifestanti e polizia, il ministro parla così durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi alla quale ha partecipato anche il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini.
A chi gli ha fatto notare che, nella scuola, la protesta e il malcontento non si arrestano, Brunetta ha replicato: “Non vedo molta protesta, vedo ogni tanto delle azioni di guerriglia da parte dell’associazione Onda”. “Anzi – ha aggiunto in una successiva intervista televisiva – questi non hanno la dignità dei guerriglieri che sono una cosa seria, sono quattro ragazzotti in cerca di sensazioni più o meno violente. Nelle votazioni degli organi di rappresentanza degli studenti, l’Onda non esiste. Sono un democratico – ha aggiunto – e quindi credo molto più al voto che alle azioni azioni di guerriglia”.
La replica da parte degli studenti non si è fatta attendere: “Quella di Brunetta è una dichiarazione degna dei peggiori regimi sudamericani, dove gli studenti sono equiparati a terroristi”, afferma in una nota l’Unione degli Studenti. “Un ministro della Repubblica – prosegue il comunicato dell’UdS – non dovrebbe mai permettersi di definire dei giovani che esprimono il loro pensiero come dei ‘guerriglieri’ da trattare come tali”.
Attacca l’ex ministro della scuola Fioroni. “Prendo atto dell’assoluta impermeabilità di Brunetta verso elementari concetti di civile convivenza e di buon senso. Non resta dunque che appellarsi alle centinaia di migliaia di studenti che chiedono garanzie per il proprio futuro: non cadete nelle continue provocazioni di questo signore”.
Gelmini e gli alunni immigrati. Dopo Brunetta, stamane ha parlato la Gelmini. “Stiamo pensando – ha detto – all’introduzione di un tetto intorno al 30%” della presenza di alunni stranieri a scuola. Non credo che ciò sia possibile a partire dal prossimo anno ma dal successivo. Comunque sto chiedendo ai dirigenti uno sforzo per risolvere già dal prossimo anno i casi limite”, ha detto Gelmini che ha citato il caso della scuola “Pisacane” di Roma.
Il ministro dell’Istruzione ha poi il difeso la decisione di rendere il voto in condotta decisivo, nel passaggio alla classe successiva: “Un fatto necessario – ha sostenuto – si tratta di un provvedimento equilibrato perchè non lascia al singolo docente la valutazione che è frutto di una decisione collegiale. La Gelmini ha poi ammesso di aver preso anche lei un cinque in condotta, nel suo percorso scolastico.
Quanto ai precari, il ministro ha dichiarato che sono 18 mila in tutto i supplenti che quest’anno non saranno confermati. “Si tratta di un dato pesante – ha sottolineato – ma non così pesante come i 42mila previsti dalla Finanziaria”. Tra le misure allo studio per favorire chi quest’anno ha avuto supplenze annuali, o il dar loro la priorità sulle supplenze temporanee di almeno un paio di mesi, con l’erogazione di una indennità di disoccupazione per coprire i periodi senza lavoro; oppure favorire la mobilità, offrendo loro la possibilità di fare più richieste in più scuole.
All’università, invece, i precari sono circa 10 mila. E i corsi, il prossimo anno, saranno ridotti di circa il 20%.
[fonte: Repubblica.it]