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Occupazione dell'università di bologna
Nessuno si illuda: il governo Berlusconi difende solo gli interessi dei più ricchi. Solo in quest’ottica vanno considerati tutti i suoi provvedimenti. Va preso atto che la possibilità di dialogare per il bene comune non c’è e non ci sarà mai. Va detto chiaramente e senza alcun timore che, dalla data di insediamento, il governo Berlusconi ha instaurato una dittatura morbida nella nazione alimentando le paure irrazionali, l’avidità, l’ipocrisia e tutto ciò che di peggio possa esserci nel dna del popolo italiano.

Ha militarizzato il territorio
umiliando il duro lavoro quotidiano delle forze dell’ordine. Ha messo in atto una politica miope e scellerata di privatizzazione di tutta la cosa pubblica col solo scopo di arricchirsi personalmente. Ha offeso pesantemente tutti i lavoratori della pubblica amministrazione e snobbato quelli del privato ignorando qualsiasi richiesta di intervento serio sulla questione salariale. Tenta in ogni modo di escludere e cancellare le fasce più deboli e povere della popolazione – la stragrande maggioranza della popolazione tra cui anche voi che in questo momento mi state leggendo – da servizi che le spettano di diritto. Ora attacca al cuore il diritto all’istruzione pubblica smembrando con una “riforma” reazionaria la scuola dalla materna fino all’università.

Oggi sono chiamati alla lotta tutti gli studenti del Paese che non possono permettersi l’iscrizione a un istituto privato o a un’università privata, tutti gli studenti che aspirano a diventare un giorno insegnanti o ricercatori, tutti gli studenti che credono nel diritto di ognuno ad avere un’istruzione dignitosa a prescindere dalla propria ricchezza. Tocca a loro reclamare i diritti che i loro genitori e i loro nonni hanno conquistato, ma che non hanno saputo difendere.

Per questo motivo, benché le circostanze farebbero pensare al contrario, ci sentiamo di dire che oggi, signori, è per tanti motivi un grande giorno. Oggi, la storia, agendo coi suoi modi misteriosi e imperscrutabili, restituisce il futuro ai legittimi proprietari. A quei ragazzi che stanno occupando le scuole e manifestano in piazza, a quei ragazzi che si siedono sul selciato e fanno lezione davanti al Parlamento, a quei ragazzi che – nonostante tutto – non si possono controllare perché sono giovani e liberi di fare ciò che ritengono giusto. Spetta a loro tenersi stretta questa opportunità a ogni costo.

A tutti voi ragazzi
che state lottando per una scuola migliore e un futuro migliore va il nostro ringraziamento e la nostra ammirazione. Siate d’esempio a una nazione allo sbando, priva di valori e di spirito di iniziativa, nasca da voi la voglia di cambiare e il disgusto per questo presente meschino e lurido. Sappiate ricostruite con una pacifica, ferma e determinata volontà ciò che di bello e prezioso avevamo e ci siamo lasciati togliere.

2008-2010la scuola si ribella
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Redazione

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