Inauguriamo con questo articolo una serie di recensioni cinematografiche (e non) che hanno un comune denominatore: sono destinate ai genitori, quelli che non possono andare al cinema perché non hanno la babysitter e la prole li richiama al dovere, quelli che vedono il film di cui tutti parlano cinque anni dopo che tutti l’hanno visto. Questa rubrica vuole essere una guida – scritta da uno di loro – a cosa merita di essere recuperato oppure dimenticato per sempre.
Il merito principale di Dune di Villeneuve – che incredibilmente sono riuscito a vedere quasi al day one in un cinema – è di essere aderente al libro da cui è tratto e di avermi fornito una scusa per uscire per cena e film con un amico. Ecco il trailer:
La spezia torna ad essere allegoria dell’Lsd e non semplice carburante spaziale magico come in Lynch, i riferimenti al mondo arabo e al mito del messia sono espliciti, abbiamo un intreccio shakespeariano di tradimenti, amori, lotte di potere, giovani orfani in cerca di vendetta, donne combattute tra l’essere madri e l’essere “regine” eccetera, eccetera…
La composizione delle immagini è pittorica, il movimento in scena è lento e maestoso come se un quadro prendesse vita. Ottimo il design dei mezzi e delle città debitore dell’architettura Brutalista e del lavoro di Moebius. Buone le interpretazioni anche se, a mio avviso, troppo trattenute, fredde, in alcuni casi, secondo me, poco verosimili.
I problemi del film sono, quasi tutti, al di fuori del film, nella distribuzione e nel marketing. La scelta un po’ furbetta di non specificare nel film, come in America, che questo è una prima parte e che ce ne sarà una seconda.
La qualità video, al cinema dove l’ho visto io, è completamente rovinata dalla distribuzione in digitale o dal proiettore ormai andato, non saprei: nelle scene ad alto contrasto si vedevano a schermo la scalettatura delle immagini.
La colonna sonora maestosa ma veramente invadente, spesso urlata, senza personalità (non ricordo nemmeno un lietmotiv). Il gancio finale è un po’ debole: chi non ha letto il libro, e molti non l’hanno fatto, potrebbe anche capire che la storia finisce lì, un finale amaro ma plausibile, come immaginare che il bello deve ancora venire?
Morale della storia eravamo in sala in 4, quindi non sono l’unico che non può andare al cinema quando gli pare!