Trecentoundici pagine dedicate ad autori entrati nella leggenda e un amore sconfinato per la produzione letteraria d’oltre oceano, sono queste le credenziali di Americana – Libri, autori e storie dell’America contemporanea (Minimum fax, 2016) di Luca Briasco. Briasco, che è stato editor di narrativa straniera per Fanucci ed Einaudi Stile libero, sintetizza, in schede precise e puntuali, una quarantina di autori a partire da John Barth fino ad arrivare a Johnathan Safran Foer.
Americana è composto da «un saggio introduttivo, che cerca di fare il punto su alcune tendenze recenti che mi è parso di cogliere nel romanzo americano; da quaranta schede dedicate ad altrettanti romanzi di autori diverso; da una bibliografia ragionata, che suggerisce ulteriori percorsi di lettura».
Io sono vivo, voi siete morti
Cosa contengono le schede degli autori raccolte in Americana? Rielaborano e ampliano le recensioni pubblicate da Briasco su Alias e sul Manifesto. Nella scheda dedicata a Philip K. Dick, per esempio, Briasco scrive: «Giunge così a pieno compimento, con Ubik come con molti altri romanzi di Dick quasi coevi (Noi marziani, Le tre stimmate di Palmer Eldritch o Cronache del dopobomba), un processo di trasformazione a livello di genere letterari “dominanti” che aveva preso l’avvio negli anni Cinquanta, quando la detective novel e l’hard-boiled, dopo gli anni gloriosi della rivista Black Mask e dei romanzi di Dashiel Hammett e Raymond Chandler, avevano mostrato i primi, evidenti segnali di crisi»
Nella scheda relativa a Stephen King che, ne sono certo, interesserà molti, Briasco riporta: «Il modo migliore per misurare l’impatto di King sulla letteratura americana contemporanea, di genere e non solo, è saltare a piè pari le polemiche sul livello di riconoscimento che gli è stato attribuito e provare a rileggere It per quella che è la sua vera natura: un gigantesco monolite piantato nel cuore degli anni Ottanta (e del reaganismo); una poderosa macchina narrativa che rielabora – in modo quasi sempre originale e inventivo – i grandi topoi della tradizione americana, offrendone una rilettura aggiornata ai tempi».
Un libro per lettori curiosi
I principali lettori di Americana già conoscono gli autori trattati nel libro di Briasco, oppure non li conoscono affatto. Nel primo caso Americana è un’occasione per conoscere il punto di vista critico di chi ha lavorato a lungo con la narrativa straniera ma, soprattutto, con chi ama in maniera smisurata gli autori di cui scrive (sì, Americana, oltre a parlare di scrittori americani, parla anche, tra le righe, del suo autore).
Nel secondo caso Americana è un buon punto di partenza per conoscere una delle tradizioni letterarie fondamentali della cultura occidentale. Penso per esempio ai giovani lettori che potrebbero trarre giovamento da una guida esperta e mai dogmatica, forse per questi lettori avrebbe fatto comodo anche un comparto fotografico o grafico di supporto al testo che purtroppo manca del tutto.
Come dichiara Briasco: «L’approccio seguito non è specialistico o accademico, anche se si sforza di essere serio e rigoroso: se chi leggerà Americana si scoprirà invogliato ad andare in libreria e comprare una qualsiasi delle opere che ho tentato di analizzare, lo scopo che mi sono prefissato sarà stato raggiunto».
Diffondere o cercare di diffondere l’amore per la letteratura è uno scopo meritorio e, a mio parere, con Americana è perfettamente centrato.