Secondo Prometeia, un’associazione che elabora previsioni sull’economia italiana ed internazionale, e offre consulenza finanziaria ad investitori istituzionali e privati, la crisi continuerà a fare sentire i suoi effetti sull’occupazione italiana. Il tasso di disoccupazione salirà fino all’11%, mentre il Pil del 2009 si attesterà allo 0,8%, per consolidarsi nel 2010 all’1%.
Con queste aspettative, e con le vendite al dettaglio che scendono, nei primi due mesi dell’anno, dell’1,2%, sarebbe bello che il governo realizzasse quella graduale e progressiva introduzione del quoziente familiare che tanto aveva sbandierato in campagna elettorale. Aiutare le famiglie significherebbe sostenere i consumi e contrastare la disoccupazione.
Invece, il quoziente familiare è sparito dal dibattito politico. In Francia (tanto per fare un facile esempio) è stato introdotto nel 1945, e perfezionato nel corso dei decenni, comporta una riduzione della pressione fiscale all’aumentare dei figli. La Germania, invece, utilizza un assegno di 164 euro mensili per figlio, che diventano 174 per il terzo e 195 dal quarto figlio in poi. Per la famiglia l’Italia spende l’1,1% del Pil contro il 3,8% della Danimarca, il 3,2% della Germania, il 3% di Olanda e Finlandia, il 2,8%della Norvegia, il 2,5% della Francia e dell’Irlanda.Ma la politica italiana è fatta così.