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Aimé Césaire ci ha lasciato. Tra i maggiori poeti e drammaturghi del ventesimo secolo, é stato uno degli esponenti più importanti della poesia e della letteratura francofona. Césaire è nato nel 1913 in Martinica.

Dopo aver compiuto studi secondari a Parigi, presso il Líceo Louis-le-Grand, e studi universitari a Parigi all’École normale supérieure, fa conoscenza con il senegalese Léopold Sédar Senghor e il guaianese Léon Gontran Damas. Insieme, iniziano un viaggio alla ricerca dei tesori artistici e della storia dell’Africa nera, sino a crearne una sintesi attraverso il concetto della « négritude » (negritudine), la nozione, cioè, che comprende i valori spirituali, artistici, filosofici dei Neri dell’Africa. Nozione che diventerà, a partire dal secondo dopoguerra, l’ideologia delle lotte dei Neri per l’indipendenza. Nel corso della sua lunghissima attività intellettuale, Césaire ha chiarito che il concetto di negritudine deve superare il dato biologico, e si riferisce a una delle forme storiche della condizione umana.

La sua letteratura fu politica. Lui stesso voleva liberare la sua isola – la Martinica – dal giogo del colonialismo francese; l’isola diventò, nel 1946, un Dipartimento d’Oltremare della Francia. Deputato della Martinica all’Assemblea generale francese, sindaco di Fort-de-France (capitale della Martinica), membro (fino al 1956) del Partito comunista francese.

Di ritorno in Martinica nel 1939, fonda la rivista Tropiques, entra in contatto con Breton e il surrealismo, e inaugura un’attività poetica la cui espressione più potente è forse il « Diario del ritorno al paese natale » edito in Italia da Jaca book nel 1978 e poi nel 2004. Césaire è conosciuto da allora soprattutto come poeta, ma ha scritto anche importanti pièce teatrali. In italiano sono reperibili « La tragedia di Re Cristophe”, (Einaudi) e “Una stagione nel Congo”, (Argo). Eccellente poligrafo, ha pubblicato diversi articoli e saggi. Tra questi ultimi, è stato tradotto « Il Discorso sul colonialismo », per le edizioni Lilith.

Césaire ci ha lasciato il 17 aprile 2008 all’ospedale di Fort-de-France, dove era ricoverato dal 9 aprile.

Opere principali:
* La poésie (La Poesia), raccolta delle sue poesie, 1994;
* Discours sur le colonialisme (Discorso sul colonialismo), pamphlet, 1955;
* Et les chiens se taisaient (E i cani tacevano), dramma in versi, 1946; le stesso ma in forma di dramma, 1956;
* La tragédie du roi Christophe (La tragedia del re Cristoforo), dramma, 1963;
* Une saison au Congo (Una stagione nel Congo), dramma, 1966.
* Negro sono e negro resterò, conversazioni con Françoise Vergès (Città Aperta Edizioni, 2006).

(Fonte : wikipedia)

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Otto

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