Arriva la svolta nelle indagini sull’assassinio di Meredith Kercher, la studentessa inglese uccisa a Perugia nella notte fra l’1 e il 2 novembre. Questa mattina, all’alba, tre persone sono state condotte in Questura e sottoposte a fermo. Si tratta del fidanzato italiano della vittima, il barese Raffaele Sollecito (24 anni), di un cittadino zairese, Patrick Diya Lumumba (47 anni) e della studentessa americana coinquilina della Kercher, Amanda Knox (20 anni). Sarebbe stata proprio la Knox a “crollare”, fornendo agli investigatori le indicazioni chiave per ricostruire la dinamica dell’omicidio. La questura mantiene il più ampio riserbo sui dettagli dell’inchiesta dato che è tuttora in corso, trapela però un’indiscrezione: la Knox sarebbe anche responsabile di aver alterato la scena del delitto. L’accusa, per tutti, è di concorso in omicidio volontario e concorso in violenza sessuale.
Il movente sessuale Nel corso di una conferenza stampa, il questore di Perugia, Arturo De Felice, ha definito «verosimile il movente sessuale».
«Non possiamo dire di più – ha aggiunto in seguito -, solo che tutti e tre hanno partecipato al fatto, e che la giovane Meredith era moralmente integerrima». Dagli esami sul corpo della ragazza non sono infatti state rinvenute tracce di droghe né di alcolici. «È stata una vittima, e basta» ha precisato il questore.
Meredith ha provato a ribellarsi a chi l’ha uccisa. Lo riferiscono i magistrati, che parlano di «intenti di sopraffazione sessuale da parte dei presunti colpevoli nei confronti della vittima, e conseguente ribellione di quest’ultima».