Era mesi che era nell’aria. Era prevedibile: ed è successo. Proprio in corrispondenza del G8 de L’Aquila si paventa l’uscita dell’Italia dai Grandi della Terra. E’ accaduto attraverso un duro attacco all’Italia dal britannico “Guardian” (leggi l’articolo, in inglese) .
Il quotidiano ha lanciato critiche pesanti a l’Italia, accusata di non aver saputo organizzare la sua presidenza del G8, dovendo ricorrere agli stati uniti per costruire un’agenda. Il Guardian ha affermato che i preparativi del summit sono stati un caos e l’Italia, inoltre, non manterrebbe fede ai suoi impegni verso il terzo mondo, facendo venire meno i motivi di appartenenza al club G8. «Crescono le pressioni all’interno del G8 per espellere l’Italia, mentre i preparativi per il summit sfiorano il caos» scrive il quotidiano britannico aggiungendo che la Spagna potrebbe sostituire il nostro Paese fra i grandi della Terra.
Immediata la reazione del governo italiano. «Spero che esca il “Guardian” dai grandi giornali del mondo» dice il ministro degli Esteri Franco Frattini. Il premier Silvio Berlusconi ha reagito contrattaccando: «È una colossale cantonata, una grande cantonata di un piccolo giornale».
Medeaonline aveva già affrontato l’ipotesi nell’articolo Per favore Cavaliere ci smentisca!: “Ormai l’Italia è a un bivio: o tutti lavoreremo per farla tornare grande o il 2015 vedrà solo un paese moribondo, al suo ultimo appuntamento internazionale, prima di scomparire nell’oblio, fuori dai G8, perso nella sua recessione, nella sua anzianità, nella sua debolezza.” (17 aprile 2008)
In effetti la boutade del Guardian, cui ha fatto eco il New York Times, appare inverosimile nell’immediato. Ma paventa scenari possibili.
L’Italia oggi è ancora l’ottava economia mondiale in termini di Prodotto Interno Lordo. Questo vuol dire che la sua influenza politico-economica è ancora reale. Esiste pero’ la fondata possibilità che i cosiddetti “paesi emergenti” ben presto ci superino. Se la tendenza della crescita zero italiana non cambiasse, comparata alla loro che è costantamente positiva, un surpasso nel medio e lungo termine è inevitabile. A quel punto, una nazione di 60 milioni d’abitanti (non grande dunque), con un Reddito procapite non particolarmente brillante (oggi siamo al 26° posto) e un Prodotto interno lordo (ipotiziamo) da decimo posto in classifica, occuperà automaticamente un seggio nei G8? La matematica, si sa, è senza cuore. E la storia cambia spesso ruoli e classifiche.
Dunque, stiamo a vedere cosa ci riserva questo G8. Aspettando l’Expo a Milano del 2015.