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Marlene Dumas si racconta: tra immagini e gesti emergono le relazioni tra le opere, l’intrecciarsi dei temi e tutto il fascino di un percorso creativo sincero e pieno di energia. Succede a Milano, alla Fondazione Stelline (corso Magenta 61) fino al 17 giugno 2012. Ventidue dipinti recenti, per la maggior parte inediti, e quindici tra disegni e carte storici. Emergono in tutta la loro forza alcuni dei temi più cari all’artista: da Cristo crocifisso, simbolo del mistero della vita e di una sofferenza personale e universale, alla Pietà Rondanini, da Pier Paolo Pasolini e sua madre alle “Stelline”, da Anna Magnani fino ad Amy Winehouse ed Etta James.

Il neoespressionismo di cui si fa volontariamente portatrice Marlene Dumas risiede nella violenza iconica dell’uomo nella sua forma più fisica, tangibile, concreta. Nulla è più vero del corpo nudo, moralità e amoralità non hanno più alcun senso: l’erotismo, la violenza, la bellezza, il disgusto sono espressioni primarie della condizione umana. Solo attraverso il corpo è possibile parlare dei temi essenziali della vita: della nascita e della morte, della salute e della malattia, dei rapporti sociali che regolano l’esperienza umana e che spesso prendono le forme del razzismo, della sottomissione, della smania di potere, delle ossessioni, dei desideri più oscuri.

Le opere di Marlene Dumas si ispirano a fotografie personali, ritagli di giornali, cartoline postali, libri d’arte, riviste di moda, cinema, pornografia. Nessun riferimento è risparmiato: l’economia di mezzi espressivi accentua l’effetto eversivo dell’opera. L’uomo è espresso nella sua dimensione elementare, primaria, quella di un corpo mosso da passioni, istinti, desideri.

Questo è tanto più vero nei ritratti, opere in cui la fisiognomica, il carattere psicologico, l’espressione, al di là di ogni somiglianza, sono il vero centro d’interesse dell’artista. Così sono state pensate le serie delle Females (1992-93), un’enciclopedia di ritratti femminili privi di riferimenti individuali, le Models (1994), una successione di ragazze da copertina e d’icone dei mass media, e Jesus-Serene (1994), una collezione di ritratti maschili ispirati alle immagini tradizionali del Cristo. Citare il modello diviene un pretesto per creare confusioni semantiche, il titolo illude lo spettatore e lo sorprende: Naomi (1995) è la trasposizione delle immagini patinate di Naomi Campbell nel ritratto di una donna qualunque, The Pilgrim (2006) presenta un’immagine di Osama Bin Laden vivace come la pagina di un album da colorare, Barbie the Original (1997) è il paradigma della donna perfetta, irrangiungibile eppure reale.

La mostra vive di una costante dialettica tra l’elemento fisico e quello metafisico: Marlene Dumas ci consegna non tanto icone o simboli religiosi, ma segni universali in cui la fede si unisce al dramma e l’amore interagisce con il dolore.

 

  • MARLENE DUMAS. Sorte

Milano, Fondazione Stelline (corso Magenta 61)
fino al 17 giugno 2012
Orari: martedì – domenica, 10 – 20 (chiuso lunedì)
Aperture straordinarie: 1 e 2 maggio e 2 giugno 2012
Biglietti | intero € 8; ridotto € 6; scuole € 3
La biglietteria chiude un’ora prima
Infoline: +39 02.45462411

artefondazione stellineMarlene DumasMilano
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