Giorni di fuoco in casa Microsoft. Dopo essere stato al centro delle cronache finanziarie per l’assalto fallito a Yahoo!, il colosso di Redmond torna a far parlare di sè per il suo core business: i sistemi operativi. L’attenzione della rete è adesso concentrata su Midori che, secondo le voci, è destinato a sostituire Windows.
Il progetto Del nuovo progetto si conosce ancora poco. La rivista informatica SD Times è però riuscita a mettere le mani su alcuni documenti interni a Microsoft, da cui trapelano le prime informazioni. Midori non è la periodica evoluzione di Windows, bensì un sistema del tutto nuovo. Riscritto da zero e pensato per i computer odierni, è l’evoluzione del progetto Singularity presentato da Microsoft a inizio anno.
Nei piani di Redmond, Midori sarà il sistema del futuro, quando il lavoro dei computer non sarà limitato ad una realtà locale ma completamente proiettato sulla rete.
La rete L’industria informatica negli ultimi anni è sempre più interessata a modelli di calcolo distribuito, come il “cloud computing”: non più un solo computer che elabora informazioni, ma una grande quantità di macchine collegate tra loro dalla rete. In questo modo è possibile sfruttare la potenza di calcolo inutilizzata dei vari computer, risparmiando sui costi dell’hardware singolo.
Midori Il nuovo sistema operativo si confronta con l’evoluzione degli usi tecnologici. Se la prima versione di Windows è nata 20 anni fa, quando internet era solo un abbozzo di quello che è oggi e i personal computer un prodotto di nicchia, oggi la maggior parte delle persone lavora su più sistemi: computer fissi, notebook, smartphone e molto altro ancora.
Microsoft con Midori prova quindi a separare il sistema operativo dall’hardware, realizzando un sistema leggero e indipendente dalla piattaforma utilizzata: più sistemi interconnessi davvero tra loro e maggiore facilità di uso.
Al momento attuale però Midori è solo uno dei tanti progetti dei laboratori Microsoft, ma se l’azienda leader del settore guarda a un futuro senza Windows, significa che presto il mondo dell’informatica potrebbe cambiare radicalmente.
[fonte: Repubblica.it]