Chiudiamo con questo articolo lo speciale sul Sessantotto che ci ha accompagnato durante i mesi di Giugno e Luglio. Lo speciale, a dire il vero, sarà sempre consultabile nella sezione Categorie a destra del vostro schermo, come tutti gli speciali che medeaonline affronterà. Ci riservermo poi di aggiungere ulteriori approfondimenti durante il corso del 2008, dato l’importanza, a nostro parere, dell’anniversario. Un quarantennale che cade in un momento in cui il mondo sta subendo una svolta generale, e l’Italia con lui (… e in modo molto più marcato e violento di altri paesi). Una svolta segnata dalla redistribuzione del potere ( a favore di nuovi stati come la Cina e a sfavore degli stati occidentali tradizionali – come l’Italia appunto-, o a favore dei nuovi ricchi e a sfavore del ceto medio). Una svolta segnata dall’americanizzazione delle società, elemento che porta con sé una progressiva diminuizione dei diritti civili a favore delle libertà del mercato. In definitiva: potere e denaro (inteso come artefice di possibilità e quindi ancora di potere), valori (o disvalori) contro cui il movimento sessantottino si era opposto, sostituendoli con altri: la partecipazione, la reponsabilizzazione, la condivisione, il dialogo.
Oggi, in questo inizio del XXI secolo, è in corso una rivoluzione che cambierà nei prossimi decenni (almeno di un’inversione di tendenza) il mondo cui siamo abituati (quantomeno in Europa), costruito sui valori condivisi tra gli anni ’40 e ’80 del ventesimo secolo: solidarietà sociale, welfare state, diritto diffuso, rigetto della violenza e della pubblica costrizione (inquietante a questo proposito la proposta di utilizzarel’esercito per la sicurezza pubblica al posto della polizia, un regresso di decenni…).
In questo senso l’Europa – l’unico vero valore politico cui un cittadino responsabile puo aggrapparsi oggi – deve interrogarsi al più presto su quale strada vuole intraprendere. Diventare una nuova america, quindi una sua copia, o cercare di conservare i suoi valori? Perché parliamo di Europa in questo ultimo articolo sul ’68? Perché crediamo che i valori condivisi in quell’epoca siano gli stessi comuni alla storia del nostro continente. Valori che possiamo riassumere in “umanesimo, diritti civili e bellezza (arte quindi)”. Il denaro per il denaro appartiene al sogno americano.
Per queste ragioni le dichiarazioni del presidente francese Sarkozy, attuale presidente dell’Unione Europea, devono far riflettere: “Bisogna cancellare lo spirito del 68!” Ha detto più volte. E’ come voler cancellare la rivoluzione francese o la resistenza. A noi cittadini europei la scelta.
Un’ultima questione: esisteva del marxismo nelle intenzioni di quei ragazzi? E’ questo che vogliamo cancellare? Se ci riflettiamo un attimo, questo è un altro punto di vista, un altro argomento. Tra le rivoluzioni che hanno fatto (sociali, estetiche, morali, sessuali… ), in continuità con una linea di libertà ed emancipazione dell’individuo e delle comunità iniziata nel XVIII secolo, quello è stato il loro unico fallimento: si tratta di una rivoluzione mancata. Infine: siamo propri sicuri che l’individualismo di quei ragazzi avrebbe accettato la rivoluzione proletaria? Siamo proprio sicuri che sia stato il marxismo la causa delle loro azioni? Quelle libertà che chiedevano non erano state già conquistate progressivamente dai loro nonni, dai loro padri, a l’epoca dei lumi, con il risorgimento, con la lotta al nazi-fascismo, con le lotte sindacali? A loro non è spettato solo di chiudere un ciclo? Tutte questioni aperte.
Vedremo cosa succederà in Europa, ora che quei ragazzi siedono nai parlamenti, ora che la difesa dei diritti e la condivisione dei mezzi è divenuta davvero una sfida globale. C’é molto lavoro da fare. Partire da principi più nobili del bieco accumulo di denaro e della conquista del potere è già un ottimo inizio. Non trovate?
Immagine in apertura: fotogramma da La meglio gioventù di M.T.Giordana