Il Consiglio Superiore della Magistratura ha pubblicato i dati relativi alla situazione della giustizia in Italia, aggiornati al 10 febbraio. La situazione è drammatica: ci sono sempre meno Pubblici ministeri per avanzare le accuse in molte procure italiane.
«Non solo sarà impossibile indagare e fare i processi alle grosse organizzazioni criminali», spiega il presidente della Associazione Nazionale Magistrati Luca Palamara, « ma anche ai responsabili di reati comuni e di quelli di grave allarme sociale, dalla pedofilia alla violenza sessuale.
Nelle procure per i minorenni di Caltanissetta e in quella di Reggio Calabria, i posti scoperti sono il 100%, ovvero non sono rimasti più sostituti procuratori, ma soltanto il capo ufficio. Nelle altre procure la situazione non è migliore: Gela arriva all’80% di scoperto, l’organico di cinque membri sta inoltre per privarsi di un sostituto procuratore; Gorizia 60%, Ragusa e Nuoro 67%, Enna e Patti 75%, mancando in ambedue i casi tre sostituti su quattro. Nelle procure di Pavia e Alba sarebbero necessari quattro sostituti PM, uno solo è operativo. Tutte al 50% le procure di Aosta, Crema, Casale Monferrato, Brescia (procura per i minori), e Vercelli.
A Tempio Pausania il dato è teoricamente del 50%, ma in servizio effettivo vi è soltanto il procuratore capo. A Caltanissetta il dato sarebbe del 44%, ma è ottimistico, perché il recente divieto di assegnare funzioni monocratiche (come appunto quella di PM o di giudice autonomo) a magistrati di prima nomina, fino ad ora frequentemente impiegati, sta provocando maggiori disservizi, su tutto il territorio nazionale. Un divieto poco comprensibile per la Associazione Nazionale Magistrati, dato che nel settore civile un magistrato a inizio carriera ha la mano pienamente libera: può, per esempio, decidere delle sorti di un’azienda tramite mezzi come il sequestro.
Nei tribunali civili, informa Fiorella Pilato, presidente della Terza Commissione del Csm, la norma sui giovani magistrati sta avendo l’effetto di provocare «rimozioni di massa dei giudici civili più esperti, da riconvertire al settore penale, per far posto ai magistrati a inizio carriera».
La situazione, apparentemente, non è di facile soluzione: ipotizzare incentivi al trasferimento in sedi disagiate non sembra sortire alcun effetto, gli spostamenti d’ufficio (cioé obbligatori), non sono consigliabili perché, come sottolinea il dottor Pilato, «è immaginabile una valanga di ricorsi al Tar».
Fonte: wikinotizie