Notizia certo pessima, anche se non del tutto inattesa. Dopo la Banca d’Italia, ora anche la Commissione europea certifica una contrazione del Pil per l’anno in corso del 2 per cento, con il deficit che volerà al 3,8 per cento. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, a Bruxelles per la consueta due giorni di incontri con i colleghi europei dell’Eurogruppo e dell’Ecofin, non commenta ufficialmente, ne prende atto, e tuttavia fa sapere che le stime della Commissione si collocano in contesto di generale contrazione dell’economia europea. «L’intera Europa è in recessione, la locomotiva tedesca farà anche peggio di noi, con un secco -2,3 per cento».
Mal comune, mezzo gaudio, si potrebbe desumere, e poi – fanno sapere da Via Venti Settembre – nelle comunicazioni rese note ieri dalla Commissione «non manca un apprezzamento per il piano anticrisi predisposto dal Governo». Nessun polemica diretta, ovviamente, anche se Tremonti continua a mantenere ferme le sue riserve su stime («esercizi congetturali») messe a punto in una fase come l’attuale in cui l’incertezza regna sovrana.
In linea con gli altri grandi Paesi europei, l’Italia non ha ancora presentato a Bruxelles le sue previsioni. «Sono in via di ulteriore limatura – osservano i collaboratori del ministro – e in ogni caso non si discostano di molto da quelle della Commissione»: Pil in flessione tra l’1,7 e il 2%, deficit attorno al 3,8 per cento. La scorsa settimana, dai dati a disposizione il quadro si prospettava leggermente migliore, ma ora non si può non prendere atto della situazione quale fotografata dalle stime “straordinarie” di Bruxelles.
L’aggiornamento del programma di stabilità dovrebbe comunque essere inviato a breve, per l’esame in uno dei prossimi Ecofin. L’esposizione per ora è solo verbale, con un focus particolare sugli interventi messi in campo finora attraverso il decreto anticrisi all’esame del Senato, e soprattutto sulle ulteriori misure in cantiere. Il confronto con Bruxelles sui fondi aggiuntivi pari a circa 8 miliardi da utilizzare per gli ammortizzatori sociali è in corso. Sono risorse europee, parte del Fondo sociale. Se come sembra non incontreranno obiezioni da parte della Commissione, farebbero parte del pacchetto che il Governo si appresta a discutere con le parti sociali e con le Regioni. Un incontro è in programma per domani, e la partita si annuncia di non semplice definizione, soprattutto dal punto di vista della concreta allocazione dei fondi, diretti in gran parte con vincolo di destinazione alle Regioni del Sud e alle aree svantaggiate del Paese.
Tremonti punta sulla “flessibilità” della Commissione. Difficile del resto invocare rigidità di sorta, in una situazione di crisi profonda come l’attuale, anche se non per questo si possono forzare più di tanto le regole europee sull’utilizzo dei fondi strutturali. «Tremonti – ha osservato ieri il commissario agli Affari economici, Joaquin Almunia – non ha bisogno dei miei consigli. Vista la situazione delle finanze pubbliche e dell’economia in generale, sa benissimo che è necessaria una combinazione equilibrata di incentivi e prudenza. Questa combinazione è presente nelle misure attuali e sono certo che il ministro continuerà sulla stessa linea».
Del resto, come ha sottolineato il cancelliere tedesco Angela Merkel, quella in atto è la prima crisi mondiale nella moderna globalizzazione. La Germania ha messo in campo un maxipiano da 80 miliardi, che si aggiunge ai massicci interventi già disposti alla fine del 2008. Ogni Paese cerca la sua strada in una “cornice” europea. C’è la partita dell’auto, e ora, dopo il sostanziale via libera di Bruxelles, si ragiona concretamente in termini di aiuti al settore. Tremonti ha annunciato che su questo fronte l’Italia si allineerà all’Europa. Un bonus rottamazione alla tedesca per chi dismette la vecchia auto e ne acquista una nuova a basso contenuto di emissioni? È una strada possibile, anche se nessuna decisione è stata assunta per ora in merito.
[fonte: Il Sole 24 Ore]