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Al momento in cui scrivo il Pd è perdente, rimane da chiarire se sarà comunque il primo partito italiano per numero di voti o semplicemente il più grande partito di opposizione. La famigerata “cosa rossa”, che nel tempo si è concretizzata nel partito della Sinistra l’Arcobaleno, non avrà nessun senatore e nessun parlamentare e – a rigor di logica – non rappresenterà nessuno dei propri (pochi) elettori a Roma. Di sicuro il suo peso politico – anche nelle condizioni più favorevoli a questi schieramento – sarà pari a zero. Calano d’importanza anche tutti gli altri “piccoli” ( compreso l’Udc che comunque riesce a ritagliarsi un suo spazio) a vantaggio dello schieramento di centrodestra e del Pd più l’Italia dei Valori.
Gli italiani hanno scelto di ridurre drasticamente il sistema partitico, tagliando fuori dai giochi tutte quelle forze che, per i motivi più diversi, sono risultate obsolete, inadeguate, poco interessanti o addirittura senza alcuna speranza di lavorare nella realtà odierna e di garantire un futuro a questo paese. Questo è un dato di fatto e va accettato come espressione della volontà dei cittadini di riformare la politica italiana. Chi vi scrive ha apprezzato la scelta dei segretari del Psi e della Sinistra l’Arcobaleno di dimettersi dalla direzione dei propri partiti: una decisione degna di un senso della democrazia finalmente maturo. Il dato più controverso riguarda l’astensionismo che è leggermente cresciuto (anche se l’Italia resta uno dei paesi occidentali con la maggiore affluenza al voto), quello più inquietante – perlomeno per chi scrive – è la crescita della Lega Nord.
Dunque è questo il governo che chiedono gli italiani? A cosa dobbiamo prepararci? Alla svendita del patrimonio immobiliare dello Stato usato per fare cassa (e chissà chi mai sarà il fortunato compratore…)? Alla totale indifferenza verso il precariato? Al menefreghismo verso il lavoro nero e l’evasione fiscale? Dobbiamo aspettarci un paese destinato inevitabilmente alla recessione, alla crisi economica, alla bancarotta.
Francamente temo proprio di sì. Come italiano che vorrebbe continuare a vivere in Italia mi auguro di sbagliarmi, ma temo che questa sconfitta elettorale sia un segno inequivocabile dell’irreversibilità della nostra decadenza. Solo il tempo mi darà torto o ragione. Ciò che posso dire è che io, come tanti italiani di sinistra, avevo compreso l’importanza di votare in questo momento il Partito Democratico. Quando è stato il momento ho fatto quel che dovevo senza fare calcoli di interesse personale, guardando al futuro, credendo in un sogno politico come non se ne vedevano in Italia da decenni. Chi ha preferito fare altrimenti, favorendo direttamente o indirettamente il centrodestra, si prenda una volte per tutte la responsabilità di questo enorme sbaglio. La pagheremo tutti quanti.

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Nove

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