A una platea di star di Hollywood Barack Obama ha detto che l’economia americana è «uscita dal baratro». Il peggio è passato, «siamo usciti dal baratro» e c’è adesso «una calma che non esisteva prima», ha detto il capo della Casa Bianca parlando a una cena di raccolta-fondi per il partito democratico a Beverly Hills.Il banchetto (a cui hanno preso parte tra gli altri Jamie Fox, Marisa Tomei, Antonio Banderas e Melanie Griffith, Steven Speilberg e il socio Jeffrey Katzenberg) ha portato quattro milioni di dollari nelle casse del partito. «Se non fosse per voi non sarei alla Casa Bianca», ha detto Obama ai grandi elettori della California, uno stato in grave crisi finanziaria e da mesi sull’orlo della bancarotta. «Sono fiducioso nel futuro, ma non sono ancora soddisfatto», ha aggiunto il presidente che ha ereditato le chiavi dell’Ufficio Ovale nel pieno della peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione. Il presidente Usa ha difeso il suo massiccio piano di stimolo all’economia a cento giorni dal suo varo, spiegando che «siamo agli inizi» ma che sono già stati salvati almeno 150.000 posti di lavoro. Accolto dalle critiche dei repubblicani e dallo scetticismo di alcuni economisti, il megapiano di stimolo promulgato dall’ Amministrazione Obama il 17 febbraio scorso prevede investimenti per totali 787 miliardi di dollari, soprattutto a sostegno dei cantieri pubblici per creare lavoro e per ridurre le tasse a vantaggio dei consumi. Obama promise allora che il piano avrebbe creato (o almeno salvato) dai 3 ai 4 milioni di posti di lavoro. «Cento giorni fa – ha detto parlando alla base della Us Air Force di Nellis, nel Nevada -, quando eravamo nel cuore della peggiore crisi economica da cinquant’anni, abbiamo adottato il piano di rilancio economico più massiccio della storia. Cento giorni più tardi abbiamo già ottenuto dei risultati», con la creazione (o il salvataggio) di 150.000 posti. «È solo l’ inizio», ha quindi detto Obama, ricordando come «ci siano ancora troppi americani disoccupati e troppi americani preoccupati di essere i prossimi della lista», oltre a «troppe famiglie che faticano a pagare le bollette e troppe aziende che faticano a tenere aperta la porta». Sottolineando il valore innovativo del piano, che investe molto sull’energia, e in particolare su quella rinnovabile per ridurre la dipendenza americana dai combustibili fossili e l’inquinamento, Obama ha detto: «Abbiamo fatto più progressi negli ultimi quattro mesi in questo campo che negli ultimi tre decenni». Intanto più del 90 per cento degli economisti statunitensi interpellati dalla “National Association for Business Economics” prevede la fine della recessione entro quest’anno, anche se la ripresa economica si annuncia caotica. I membri dell’associazione sono di solito in sintonia con le analisi del presidente della Riserva Federale, la Fed, Ben Bernanke, e dei suoi colleghi. Circa il 74 per cento degli analisti interpellati prevedono che la recessione, cominciata nel dicembre 2007, la più lunga dalla seconda guerra mondiale, dovrebbe finire nel terzo trimestre. «Anche se la tonalità generale resta modesta, ci sono segnali che l’economia si stabilizza». Ma «la ripresa economica rischia di essere molto più debole di quanto si vede tipicamente dopo un forte declino» sostiene il presidente del gruppo di economisti, Chris Varvares.
[fonte – La Stampa]