Armato di falce e con una croce magica in pugno, Dante avanza tra le bolge infernali sulle tracce dell’amata Beatrice, massacrando anime dannate e scegliendo quali eterni peccatori assolvere o condannare. E il sogno di chiunque abbia studiato controvoglia la Divina Commedia all’istante si avvera. Probabilmente non verrà mai citato tra gli omaggi artistici al sommo poeta, ma il nuovo Dante’s Inferno, sviluppato da Visceral Games per PlayStation 3 e Xbox 360, passerà sicuramente alla storia come la rilettura più postmoderna, e per molti versi formalmente irrispettosa, della Commedia dantesca.
Dopo un’attesa di mesi, la prova su strada del gioco Electronic Arts non lascia spazio a dubbi. Dante’s Inferno è un’opera kitsch, al limite del trash, una lunga avventura che riprende luoghi e personaggi del poema trecentesco lanciandosi per il resto in una serie di spericolate licenze videoludiche. La struttura di gioco è totalmente ricalcata da God of War, con un alternarsi di fasi di combattimento, brevi sezioni di esplorazione e piccoli enigmi ambientali a base di leve, ingranaggi e casse. Ma per il resto, tutti i tratti caratteristici delle avventure di Kratos sono declinati sui temi della Divina Commedia.
Accade così che il sistema di crescita si basi sull’acquisizione di anime dannate, da accumulare per acquisire nuove tecniche di combattimento, suddivise a loro volta per inclinazione morale: empietà o santità. Oppure che tutti i mostri dell’Inferno possano essere afferrati e sottoposti al giudizio di Dante, con un tasto per condannarli e un altro per assolverli. O ancora, che una speciale barra permetta di scatenare il potere della “Redenzione”, o un minigame consenta di espiare i peccati nello stile di un vero e proprio gioco musicale. E via dissacrando.
Una rilettura dei temi religiosi al limite del blasfemo, ma che a conti fatti riesce nel suo intento: intrattenere, e al diavolo tutto il resto. Ed è qui che Dante’s Inferno, pur essendo un’esperienza assolutamente derivativa, non delude. Il sistema di potenziamento del personaggio, tra nuove tecniche e incantamenti speciali, è esteso e ben strutturato. La quantità di elementi bonus da recuperare, dalle monete di Giuda alle pietre di Beatrice, incoraggia l’esplorazione. Ma soprattutto, l’azione pura vanta una fluidità e una precisione nei controlli quasi all’altezza di God of War, gioco di cui Dante’s Inferno, peraltro, è un assoluto plagio.
Non è solo per i suoi temi, ad ogni modo, che il gioco Visceral Games promette di far parlare di sé. La campagna promozionale di Electronic Arts è stata finora imponente, e sta esplorando ogni declinazione dell’inferno mediatico. Lo spot del titolo EA è apparso durante l’ultimo Super Bowl, sebbene epurato (su richiesta della CBS) dell’aggressiva tagline: “Go to Hell”. La casa editrice Random House ha appena pubblicato una riedizione della Divina Commedia nella traduzione inglese di Henry Wadsworth Longfellow, con il Dante videoludico in copertina e contenuti fotografici che illustrano il passaggio dal poema al videogame. Nelle scorse settimane, il gioco ha anche preso la forma di un fumetto, attraverso il quale percorrere le premesse dell’avventura interattiva. La casa cinematografica Universal Pictures, da parte sua, si è già assicurata i diritti del brand per realizzarne una versione per il grande schermo.
Ma Electronic Arts non ha intenzione di fermarsi qui. Jonathan Knight, direttore artistico di Visceral Games, ha già espresso la sua volontà di dare vita a un seguito del gioco, pur ammettendo le difficoltà insite nel progetto. Il poema non prevede, parole sue, una seconda discesa all’Inferno, e potrebbe essere troppo difficile convertire in un videogame la struttura di Purgatorio e Paradiso. Ma anche in questo caso, la rilettura in chiave yankee potrebbe risolvere ogni incongruenza. D’altra parte, dopo la discesa all’Inferno videoludico, Dante non può arrestare la sua ascesa al Paradiso del business.
[fonte: KataWeb]