«Durante un meeting iniziai a pensare una cosa abbastanza curiosa: non avevo mai conosciuto qualcuno che avesse la nonna che fumasse. Non ho mai incontrato una nonna che fuma»
“Mia nonna fuma” di Alessandro Raschellà (Libro Aperto edizioni) è, per ammissione stessa dell’autore, una storia quasi autobiografica. Il protagonista e narratore di questo romanzo breve (180 pagine circa) è un ragazzo con un deficit di attenzione, in certe situazioni fatica a mantenere la concentrazione per più di pochi secondi. Questo handicap ha due effetti significativi: condiziona, rendendoli più difficili, i suoi rapporti con le persone e altera la percezione della realtà del protagonista. Lo slittamento che ne consegue è tutto verso l’assurdo, registro scelto per descrivere il mondo assurdo che circonda un quasi trentenne (e in Italia, purtroppo, bisognerebbe utilizzare il termine “ragazzo” al posto di uomo per questa fascia di età). Naturalmente, di riflesso, anche la percezione degli altri del protagonista risulta distorta. «Distratto, autistico, cinico, accidioso, indifferente, insensibile – dice il protagonista del romanzo –. Sono un piccolo esempio dei termini usati per definirmi». Di esperienza in esperienza, “Mia nonna fuma” procede su toni comici e surreali fino alla sorprendente conclusione. Punto di forza della storia è la straordinaria ironia dell’autore, sempre sottile e naïf. La mia opinione è che Raschellà sia un autore da tenere sott’occhio.
Alessandro Raschellà
Mia nonna fuma
Libro Aperto edizioni, 178 pagine 13 euro