La scrittrice esordiente Benedetta Cibrario ha vinto l’edizione 2008 del Premio Campiello: il suo romanzo Rossovermiglio, edito da Feltrinelli, ha ricevuto 94 voti dalla Giuria dei Lettori, composta da 300 persone di diversa età, cultura, professione e posizione sociale, imponendosi sugli altri candidati. Lo scrutinio dei voti e la premiazione si sono tenuti ieri al Teatro La Fenice di Venezia, nella serata condotta da Bruno Vespa e Claudia Gerini. Rossovermiglio, ha dichiarato la Cibrario, è un romanzo che racconta la vita di una donna, «i suoi complicati e misteriosi amori, per cercare di capire il confine tra realtà e apparenza, tra verità e menzogna, tra torto e ragione». Al secondo posto si è classificata con 86 voti Cinzia Tani, con il libro Sole e ombra edito da Mondadori, seguita da Eliana Bouchard, 43 voti con Louise (Bollati Boringhieri), Paolo di Stefano, 29 voti con Nel cuore di chi ti cerca (Rizzoli), e Chiara Gamberale, 26 voti con La zona cieca (Bompiani). Nel corso della serata, premiati anche Paolo Giordano, vincitore del Campiello Opera Prima con La solitudine dei numeri primi (Mondadori), e Matteo Nicchio, vincitore con il racconto Muri sottili della XIII edizione del Campiello Giovani.
“Nato a Venezia, il premio aveva bisogno di un simbolo veneziano. Il copyright è di Edilio Rusconi, allora giornalista e non ancora editore che fece parte delle prime giurie e che trovò nel tipico spazio della vita pubblica veneziana, il campiello appunto, lo spunto giusto per definire una manifestazione culturale, il cui nome doveva sottolineare la partecipazione decisiva di 300 lettori per la scelta del vincitore, la Giuria popolare, ed il legame con la città in cui il Premio è nato. Il Campiello, infatti, nella tradizione Veneziana ha sempre rappresentato il luogo per eccellenza d’incontro e di scambio culturale e mercantile per i suoi abitanti. Non a caso il Premio che viene attribuito al vincitore è la riproduzione in argento del pozzo veneziano ancora presente in molti campielli., “la vera da pozzo”, così vitale per la città di Venezia perché rappresentava fin dalle origini l’unica fonte di approvvigionamento d’acqua potabile. Il nome “Campiello”, richiama anche l’idea del teatro di Carlo Goldoni: La Venezia Settecentesca delle calli e dei “campielli” con il suo mondo affollato da personaggi di ogni ceto sociale, popolani nobili e mercanti, in cui l’autore seppe rappresentare con acutezza i vizi e le virtù. Iconograficamente il premio si ispira alla vera da pozzo di San Trovaso nel sestiere di Dorsoduro a Venezia.” (dal sito de il premio Campiello)
Nel 1963 è stato assegnato il primo Premio Campiello al libro di Primo Levi, La Tregua. Sono ammesse al premio opere di narrativa italiana (romanzi e racconti) pubblicate e regolarmente in commercio nell’anno di riferimento. Sono escluse le opere a carattere saggistico. La modalità di premiazione del Premio Campiello è molto particolare. A differenza di quanto accade nella maggior parte degli altri premi letterari, infatti, i critici identificano fra i libri editi nell’anno precedente una rosa di 5 libri da sottoporre alla Giuria dei Lettori, chiamata anche Giuria dei Trecento: questi 5 libri finalisti vengono insigniti ufficialmente del Premio Campiello – Selezione Giuria dei Letterati. E’, infatti, la Giuria dei Lettori (composta da 300 lettori, di diversa provienienza sociale, età, cultura, professione e posizione sociale) a scegliere fra i 5 finalisti il libro Campiello. È possibile far parte della Giuria Popolare una sola volta.
Fonte: wikinotizie – premiocampiello.org – wikipedia