La mostra proposta a Palazzo Valle dalla Fondazione Puglisi Cosentino con il contributo della Fondazione Roma Mediterraneo riunisce i capolavori assoluti dell’antica arte del corallo in Sicilia, al centro del Mediterraneo, luogo dove realizzazione di questi meravigliosi manufatti raggiunse l’apice della bellezza e della maestria artistico artigianale. I nuclei principali delle opere in mostra testimoniano la ricchezza e la qualità di alcune collezioni fondamentali del settore, quelle della Banca di Novara, del Museo Pepoli di Trapani (destinato ad ospitare l’esposizione, in seconda tappa, dal 18 maggio al 30 giugno), della Fondazione Whitaker, e del Museo Diocesano di Monreale, altre raccolte pubbliche accanto a pezzi singoli, tesori di collezionisti privati italiani e stranieri.“Certamente è la più importante esposizione sino ad oggi allestita su questo interessantissimo tema. Testimonia un artigianato artistico di altissimo livello”, dichiara Alfio Puglisi Cosentino. La mostra di Palazzo Valle inaugura una proficua sinergia tra la Fondazione Puglisi Cosentino e la Fondazione Roma Mediterraneo”. “Siamo orgogliosi – dichiara il Presidente della Fondazione Roma-Mediterraneo, Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele – di contribuire all’allestimento di questa mostra, ennesima testimonianza del gusto per il bello dell’artigianato italiano e di quello siciliano in particolare. L’impegno della Fondazione Roma Mediterraneo per la diffusione della cultura in Sicilia è testimoniato dalle esposizioni già realizzate, come quelle dedicate a Piero Guccione e ad Alessandro Kococinski, ospitate a Palazzo Sant’Elia di Palermo, e quelle che hanno coniugato l’Antico con il Moderno, grazie alle opere di Igor Mitoraj e alle suggestive installazioni di Fabrizio Plessi allestite nella Valle dei Templi di Agrigento. Questo impegno è destinato a proseguire con ulteriori mostre, che a Palazzo Valle vedranno protagonisti i capolavori di pittori stranieri, nella Sicilia dell’Ottocento, e quelli di pittori siciliani dei primi del ‘900, due esposizioni che faranno successivamente tappa a Palermo e ad Erice”.Intorno al rosso prodotto
della secrezione di carbonato di calcio di un polipaio composto dall’assembramento di esseri viventi che si sviluppano sul fondo del mare, a profondità talvolta non elevate e in colonie molto numerose, sono fiorite e si sono radicate infinite credenze, dovute alla doppia natura del corallo quale specie vivente e oggetto prezioso carico di valenze apotropaiche. Questa convergenza di interessi ha contribuito alla vera e propria “corsa al corallo” che ha rischiato di far scomparire le colonie più raggiungibili, oggi attentamente regolamentate e salvaguardate nelle aree marine protette e talvolta coltivate in appositi vivai subacquei.
Secondo la mitologia i coralli si formarono quando il sangue che sgorgava dalla testa recisa della Medusa venne a contatto con l’aria e si solidificò. La loro forma ha suggerito il simbolismo dell’Albero, inteso come origine e asse del mondo e collegamento tra i diversi mondi, unione dei tre generi della natura, l’animale, il minerale e il vegetale, e della vita, simboleggiata dal rosso sangue. A colpire l’immaginario erano il colore, la forma e la misteriosa capacità di indurirsi al contatto con l’aria. In medicina, tritato, veniva considerato una panacea per le emorragie e le anomalie del ciclo mestruale e un coagulante per ferite, ulcere e cicatrici. Ma soprattutto sapeva preservare i neonati dai pericoli del fulmine e dalla morte improvvisa. I suoi rametti posti a forma di croce ne facevano una barriera contro Satana, i demoni e gli influssi malvagi. Anche per questo lo si donava ai Battesimi. La sua polvere favoriva la dentizione, allontanava ogni malessere e persino le crisi epilettiche. E, negli adulti, aiutava vitalità e potenza generatrice. Ma il corallo era soprattutto simbolo della bellezza e perfezione del Creato e per questo divenne la materia prima, insieme con l’oro, per preziosi, meravigliosi oggetti di culto, per arredi sacri e profani.
Valeria Li Vigni, direttore del Museo Pepoli e curatrice della grande mostra, ha raccolto meravigliose realizzazioni in corallo esponendo collezioni inedite. Stupirà la fantasia degli artisti che con il corallo, e specificamente con il corallo di Trapani raccolto, dai fondali delle Egadi, al banco skerki e intorno all’isola di Tabarca, con sistemi di raccolta rudimentali talvolta dannosi per intere coltivazioni. Intorno a questa pesca con le coralline si è sviluppato, a Trapani, un commercio florido e sono sorte numerose botteghe artigiane che hanno saputo creare capolavori di grande valore artistico, quali gioielli, ma anche calici, ostensori, crocifissi, reliquari, presepi, scrigni, calamai, saliere e soprattutto elementi di raffinato arredo: specchiere, tavoli da gioco, cornici, sino a monumentali trumeaux destinati a case principesche e regge, talvolta come doni di Stato. Ma tale fiorente attività si sviluppò per la diffusione del culto della Madonna di Trapani, intorno alla quale crebbe la richiesta dei pellegrini di rosari in corallo. Dalla produzione strettamente religiosa si sviluppò la produzione manierista che raggiunse, come l’esposizione ampiamente documenta, vertici di virtuosismo impensabili creando oggetti che, nelle forme più fantasiose, continuano a trasmettere al visitatore le vibrazioni davvero magiche del Rosso Corallo.
Un catalogo scientifico, pubblicato da Silvana Editoriale, accompagnerà l’evento. La cura è affidata a Valeria Li Vigni, Maria Concetta Di Natale (direttore del Dipartimento Beni Culturali e Studi Culturali dell’Università di Palermo dove è professore ordinario di Museologia, Storia del Collezionismo e Storia delle Arti Decorative) e Vincenzo Abbate (storico dell’arte e curatore scientifico del Museo Mandralisca di Cefalù)
- Informazioni sulla mostra
I grandi Capolavori del Corallo – I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo
dal 03/03/2013 al 05/05/2013Palazzo Valle
Via Vittorio Emanuele 122
95131 Cataniasito: fondazionepuglisicosentino.it