Come reagiscono le aziende tedesche alla crisi e alla concorrenza della Cina e degli altri Paesi emergenti? Semplice, dando ai propri dipendenti la massima libertà e facendoli lavorare meno. I lavoratori della fabbrica per macchinari Trumpf, infatti, potranno decidere quante ore lavorare e la durata delle loro ferie. Insomma, faranno il contrario di quello che, normalmente, viene considerato un modello efficiente di organizzazione produttiva.
Mentre tutte le altre aziende del mondo puntano su: riduzione dei salari e dei costi, e su riorganizzazioni aziendali (leggi licenziamenti), la fabbrica del Baden-Wuerttember, in Germania, ha pensato di introdurre un sistema di orari flessibili mai realizzato prima in nessuna parte del mondo. Dal primo luglio i dipendenti sceglieranno quante ore lavorare settimanalmente: si va da un minimo di 15 ad un massimo di 40. Ogni due anni, potranno rivedere tale scelta secondo le loro necessità. Inoltre i lavoratori potranno accantonare fino a 1000 ore di lavoro da utilizzare liberamente per ferie supplementari, permessi e formazione. Questo conto ferie gli permetterà di godere di giorni liberi per un massimo di sei mesi. E’ contemplata anche la possibilità di prendere un anno sabbatico, oppure di lavorare per sei mesi percependo mezzo stipendio per essere in vacanza i sei mesi successivi sempre a mezzo stipendio.
Questo tipo di organizzazione basata sulle esigenze degli individui, piuttosto che su quelle della fabbrica, costituirà, per l’azienda, uno sforzo notevole. Tuttavia, la signora Nicola Leibinger-Kammueller, che guida la Trumpf, pensa che permetterà un notevole aumento di rendimento e di motivazione nei suoi dipendenti. Questa signora, che non usa il telefonino e non è rintracciabile nel fine settimana, vuole vincere la scommessa del mercato globale puntando sulle qualità, sulle attitudini, sulle facoltà e sulla potenza della mente di ogni suo singolo lavoratore. Forse vuole ricreare, nella sua fabbrica, lo stesso, stimolante, clima che c’era nelle corti dei mecenati rinascimentali.
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una buona notizia, direi un risveglio. peccato che come al solito non viene dall’italia