Nello (Claudio Bisio) è un sindacalista scomodo, la sua visione del mercato e del mondo del lavoro – maturata negli anni della contestazione – cozza col rampantismo che scuote la Milano da bere degli anni ’80. Dà fastidio a molti e il sindacato – per levarlo di mezzo – gli affida la dirigenza di una cooperativa sociale, la Cooperativa 180, così chiamata in onore della legge Basaglia. I soci della cooperativa – che lavora solo grazie all buon cuore di alcuni committenti – sono tutti malati mentali che tentano, con scarso impegno e successo, di reinserirsi nella società civile. Il mondo esterno spaventa i soci della cooperativa e i medici che li hanno in cura preferiscono tenerli sedati e tranquilli per non correre rischi. Nello però crede nella possibilità di dare lor una dignità e uno scopo grazie al lavoro e così traghetta la cooperativa dalla condizione fumosa in cui si trovava, direttamente sul mercato. L’attività principale della Cooperativa 180, scelta direttamente dai soci riuniti in assemblea, sarà quella di fornitori e posatori di parquet. Giulio Manfredonia racconta una fiaba commuovente e bellissima, ricorrendo con successo agli espedienti tradizionali della commedia all’italiana. Con lievità affronta tematiche tutt’altro che semplici come quella del reinserimento dei malati mentali e delle conseguenze della legge Basaglia. Il risultato è, da un punto di vista narrativo (la sceneggiatura è firmata da Giulio Manfredonia e Fabio Bonifacci), ottimo grazie anche alla qualità impressionante delle interpretazioni. Bisio ritrova lo smalto dei tempi di Mediterrano e guida una schiera di giovani attori maturi ed estremamente credibili, grazie a loro si ricrea magicamente quel mix perfetto -fatto di ironia, cinismo e poesia -che è da sempre un marchio di fabbrica invidiato e inimitabile del cinema italiano. Manfredonia adotta con grande intelligenza uno stile registico canonico, funzionale alla storia, senza fronzoli inutili, ma riesce anche a regalare alcune sequenze degne di nota che rimarrano, come valore aggiunto, a una pellicola già perfettamente riuscita. E’ giusto sottolineare anche che questo film (prodotto da Rizzoli film e distribuito dalla Warner Bros) – nonostante la sua innegabile qualità e i riconoscimenti di critica ricevuti al Festival di Roma – esce in sordina nelle sale italiane, i cui gestori sono evidentemente troppo impegnati a spartirsi i soliti, noiosissimi cinepanettoni.