Torna l’incubo terremoto a Sumatra. La grande isola indonesiana che cinque anni fa pianse 168.000 morti per lo tsunami di Santo Stefano, è stata scossa da un violento terremoto di magnitudo 7.6 Richter. Crollati centinaia di edifici; distrutti alberghi e scuole; incendi e scoppi segnalati in buona parte dell’isola; migliaia di persone intrappolate sotto le macerie. Raso al suolo un ospedale a Padang, capoluogo della provincia di Sumatra Occidentale, nell’area vicina all’epicentro del terremoto. “Temiamo più di mille morti”, ha detto l’Unità di crisi indonesiana per correggere il dato, qualche ora dopo, facendolo scendere a “cento o duecento vittime”.
Sumatra e Samoa, due episodi distinti. Meno di 24 ore dopo lo tsumani che ha portato morte e devastazione nelle isole di Samoa nell’Oceano Pacifico, a 8.000 chilometri dall’Indonesia, la terra ha tremato ancora nell’est del mondo. Due episodi distinti “originati da fenomeni tellurici diversi”, dicono gli esperti, anche se avvenuti a breve distanza di tempo e in aree relativamente vicine.
Sisma sottomarino. Erano le 17.16 (le 12.16 in Italia), quando a Sumatra c’è stata la prima fortissima scossa. Successivamente, un’altra di magnitudo di 6.2 Richter, di poco inferiore a quella che lo scorso aprile colpì l’Abruzzo, ha fatto tremare di nuovo l’isola. Secondo gli esperti, si è trattato di un sisma sottomarino, a circa 50 chilometri dalla costa di Padang, sulla stessa faglia del maremoto che nel 2004 provocò un gigantesco tsunami sotto il quale morirono 260.000 persone.
Panico e devastazione nelle città. Padang è la città maggiormente colpita. Le strade sono interrotte e allagate dalle condotte dell’acqua spaccate; le comunicazioni telefoniche impossibili e l’erogazione dell’energia elettrica sospesa. Regna il caos. Le immagini televisive rimandano scene di devastazione. Il tetto dell’aeroporto è crollato, i voli sospesi. La pioggia che insiste sulla zona colpita dal sisma rende i soccorsi ancora più difficili. L’arrivo in zona dei soccorritori – medici, provviste di cibo e medicine – non è previsto prima di domani mattina.
La scossa avvertita a 2.000 chilometri di distanza. La città di Padang, 900.000 abitanti a 1.300 chilometri dalla capitale Giakarta, è stata investita da un’onda d’urto che ha sbriciolato gli edifici e fatto crollare i ponti. Il sisma ha risparmiato Giakarta dove ci sono i più importanti siti petroliferi del Paese e il più antico terminal di gas liquido naturale, ma è stato avvertito a Singapore, 2.000 chilometri a ovest di Padang. Finora le vittime accertate sarebbero solo 75, ha riferito il vicepresidente indonesiano, ma il bilancio è destinato ad aggravarsi.
Nessun italiano coinvolto. La Farnesina, in contatto con l’ambasciata italiana di Giakarta, ha fatto sapere che nella zona colpita dal sisma vivono qualche decina di italiani, “per lo più religosi”, ha detto Luigi Diodati, consigliere dell’ambasciata italiana a Giacarta. “Finora non abbiamo notizia di connazionali vittime del terremoto, ma le comunicazioni telefoniche sono impossibili e dovremo attendere ancora molte ore prima di poter contattare tutte le residenze di italiani”. Illesi anche i 15 italiani missionari saveriani a Padang.
La tragedia delle Samoa Uno tsunami devastante si è abbattuto sulle isole Samoa Americane e nelle vicine Tonga. Il bilacio, ancora provvisorio, è di 141 morti; trenta nella sola isola principale Tutuila, intorno alla capitale Apia che è stata evacuata. Ma i soccorritori temono di trovare situazioni ben più drammatiche nei villaggi sulla costa che non sono ancora stati raggiunti. Ci sono centinaia di feriti e migliaia di persone hanno dovuto abbandonare le loro case, distrutte. Danni gravi anche in diversi villaggi delle Samoa Occidentali, compresi Talamoa e Sau Sau Beach Fale.
Tra le vittime accertate ci sono anche un bambino britannico di due anni e una bimba australiana di sei. Lo ha reso noto il premier australiano Kevin Rudd, che conferma anche la morte di una donna australiana di 50 anni, mentre altri tre connazionali risultano ancora dispersi. Il presidente Usa Barack Obama ha dichiarato lo stato di disastro e Washington ha fatto subito inviare soccorsi nell’area, che è in parte territorio americano.
Il terremoto. Le isole Samoa sono divise fra la nazione di Samoa e le Samoa americane e in totale contano una popolazione di 250mila persone. Le onde, alte fino a 8-10, metri sono state provocate da un terremoto di magnitudo 8,3 gradi della scala Richter registrato alle ore 6.48 locali (alle 19.28 italiane) di martedì. L’epicentro è stato individuato a 190 chilometri a sud-ovest delle Samoa Americane, a una profondità di 33 chilometri. Dopo la prima scossa ne sono state registrate altre di assestamento, due delle quali di magnitudo 5,6 e un’altra di magnitudo 5,8.
L’allarme. Intorno alle 7 (ora italiana) di questa mattina, le sirene hanno suonato di nuovo alle Samoa e la gente è fuggita verso l’interno. Non sono del tutto chiare le ragioni di questo nuovo allarme. Per alcune ore c’è stata paura anche alle Hawaii e sulle coste occidentali americane (California e Washington State). Poi l’allarme è rintrato. La capitale di Samoa, Apia, è stata evacuata e migliaia di persone sono state trasferite in terreni più elevati. Ma i timori maggiori sono per le comunità delle isole minori. Intanto la Nuova Zelanda si prepara a mandare un aereo militare Orion per aiutare nella ricerca dei sopravvissuti, mentre il governo australiano preannuncia l’invio di aiuti.
Italiani tutti in salvo. Nessun italiano risulta direttamente coinvolto in questo disastro. Lo ha riferito l’ambasciatore italiano in Nuova Zelanda Gioacchino Trizzino: “A Samoa ci sono solo 16 italiani, sono stati contattati e sono tutti in salvo. Solo il resort turistico di una nostra connazionale – ha aggiunto – è andato distrutto, ma lei è riuscita a mettersi in salvo”.
Aiuti americani. La Fema (Federal Emergency Management Agency), l’ente federale americano per l’emergenza civile, ha annunciato l’invio di due squadre che avranno il compito di portare soccorsi e di valutare gli aiuti necessari. Il contrammiraglio Manson Brown, responsabile della Guardia costiera per la regione del Pacifico, ha detto che un aereo C-130 sarà inviato nella zona colpita dal disastro.
Un portavoce della Faa (Federal Aviation Administration), l’ente per l’aviazione civile, ha detto che è stato stabilito un contatto con l’aeroporto internazionale di Pago Pago per avere la certezza che almeno una pista di atterraggio sia disponibile per l’invio di aerei cargo con i soccorsi necessari. “I nostri pensieri e le nostre preghiere vanno a tutti gli abitanti delle Samoa Americane e a tutti coloro che nella regione sono stati colpiti da questo disastro naturale”, ha affermato il ministro dell’Interno americano, Ken Salazar.
Aiuti dalla Ue. Il commissario Ue allo sviluppo, Karel De Gucht, ha annunciato oggi che l’Unione europea è pronta a intervenire in aiuto alle popolazioni colpite. Dopo aver espresso solidarietà e condoglianze, il commissario ha dichiarato: “Vi assicuro che la Commissione europea e il suo dipartimento umanitario Echo stanno monitorando da vicino la situazione insieme ai partner umanitari, per verificare se ci sia bisogno di assistenza internazionale d’emergenza”. E la Commissione ha reso noto che è stato stanziato un primo aiuto d’emergenza pari a 150mila euro, che verrà versato alla Croce Rossa.
[fonte: Repubblica.it]