Gregor Samsa, un modesto impiegato che lavora sodo per mantenere la famiglia, un mattino si sveglia e si accorge di essersi trasformato in un enorme insetto. La sua prima reazione non è di paura ma si preoccupa di come andare al lavoro. Nonostante i suoi tentativi di tenere nascosta la situazione viene scoperto e respinto da tutti. Viene emarginato da tutti, la sola a preoccuparsi di lui e a portargli da mangiare è l’amata sorella Grete. Gregor inizia, pur mantenendo le sue facoltà intellettuali, a comportarsi come un vero insetto, seguendo i suoi istinti, provando perfino soddisfazione nel camminare sui muri o nel mangiare cibo andato a male. Dopo poco tempo il poveretto viene abbandonato anche dalla sorella che, nel frattempo, ha trovato un lavoro e, stanca di accudire il fratello, propone ai genitori di eliminarlo. Agli occhi della famiglia è divenuto un peso tanto che il padre, con cui aveva dei contrasti, arriva persino a pensare a come liberarsi di lui. Gregor comincia a star male, a rifiutare il cibo che gli viene offerto fino a giungere ad una morte lenta causata dalla suo deperimento fisico. Morto Gregor nessuno lo piangerà, anzi sarà la governante a ore a sbarazzarsi del cadavere del povero ragazzo gettandolo nella spazzatura mentre i suoi genitori pensano solo al matrimonio della figlia.
Da un’attenta lettura dell’opera si possono distinguere due filoni paralleli di significato simbolico: il racconto si può definire come un’allegoria del tempo in cui è vissuto l’autore (chiave universale), e una della vita personale dello stesso (chiave personale). In base all’interpretazione universale Gregor viene identificato con il popolo ebraico disperso nella diaspora e considerato dalla società come disumano. Considerando la chiave personale Gregor viene identificato con l’autore stesso: la metamorfosi potrebbe significare la sua stessa malattia o il suo malessere psicologico. Anche i personaggi possono essere letti in base a più chiavi interpretative: la madre e la sorella di Gregor sono vittime sensibili, che manifestano la loro sofferenza in maniera opposta; Gregor, invece, è allo stesso tempo vittima di ciò che è accaduto al suo corpo e delle ripercussioni che il suo cambiamento ha comportato alla sua vita. Il ragazzo soffre per l’odio ed il disprezzo della famiglia senza potersi difendere e lasciandosi morire per redimere i familiari dal grande peso della sua stessa esistenza. Il padre è la figura antagonista di Gregor; ma anch’egli viene considerato una vittima, poiché la sua crudeltà deriva dalla sua reazione verso la metamorfosi del figlio.
Nel libro è evidente anche che il difficile rapporto fra padre e figlio sfocia nell’insofferenza di Gregor di fronte al modello di padre autoritario e dispotico, il tutto coronato dal fatto di dover mantenere entrambi i genitori con un lavoro che non lo gratifica per niente.
Kafka con questo racconto vuole rappresentare l’emarginazione alla quale il “diverso”, simboleggiato dall’insetto, viene tragicamente condannato nella società. La metafora rappresenta la dipendenza di Gregor dalla famiglia e la negazione della sua libertà artistica espressiva nella letteratura. In una lettera alla sorella Elli, Kafka aveva definito la famiglia come un «contesto veramente animale, che soffoca la libera espressione dell’individuo con l’egoismo oppressivo di un amore “assurdo e bestiale”». Nonostante la famiglia di Gregor inizialmente tenti di mantenere un contatto con il ragazzo, si percepisce subito il ribrezzo che suscita in loro la sua vista e la paura di avere contatti diretti con lui, tant’è che il poveretto decide di nascondersi per non suscitare spavento. Il raccapriccio si trasforma poi in insofferenza (che si manifesta nel lancio delle mele, da parte del padre) e infine in rassegnazione: Gregor è diventato un peso tanto che i familiari stessi si augurano che muoia presto.
Franz Kafka
La Metamorfosi
Einaudi
70 pp, 7,50 euro