La sua squadra, tutta sul palco come un cast di cantanti meritevoli di applausi. Poi Nanni Moretti presenta il protagonista della retrospettiva e a Roman Polanski, con la sciarpa viola di chi sfida il pregiudizio del mondo dello spettacolo per il colore più trendy dell´anno, il pubblico del Regio regala una lunga standing ovation.
Il terzo atto di Nanni, sobrio in camicia azzurra, cravatta blu e giacca verde, è la presentazione di Oliver Stone. «W. è una storia vera», dice il regista facendo scrosciare in una risata la platea torinese.
«So che anche in Italia state vivendo una storia che ha qualche somiglianza con questa. Non è stato facile raccontarla, c´è voluto il lavoro di molti giornalisti che hanno raccolto materiale per anni su questo personaggio sottovalutato. Ed è stata proprio questa sottovalutazione a portarlo Bush ad essere quello che è stato».
Dopo molti anni di spazi angusti, finalmente il Tff ha un´inaugurazione all´altezza di un festival internazionale. Ci scherza su il sovrintendente Walter Vergnano: «Se il ministro Bondi fa chiudere il Teatro vorrà dire che trasformeremo il Regio in una fantastica sala cinematografica». Chi si aspettava il red carpet delle star del cinema ha trovato invece il tappeto blu marchiato Sai. Fra un arrivo e l´altro, due i temi dietro le quinte: sarà ancora il Regio la sede dell´edizione del prossimo anno?
Considerato che il Festival di Roma continua la sua invasione e ha già annunciato che la data di apertura slitterà di una settimana, la domanda, insieme con le date del Tff edizione 2009, non ha ancora risposta. Dilemma assai più sentito quello della riconferma di Moretti alla direzione.
Mercedes Bresso, al Regio con il marito Claude Raffestin, è ottimista: «Non sono io a trattare, spetta a lui decidere. Credo però che resterà». L´assessore comunale alla Cultura Fiorenzo Alfieri concorda e rilancia: «Se anche sarà impegnato nella lavorazione di un film vorrà dire che lo aspetteremo. Per una edizione potremmo chiedere ad Alberto Barbera di prendere la direzione»
L´assessore Gianni Oliva per ora gongola, mentre la presidente del Teatro Stabile Evelina Christillin sottolinea la decisione di inaugurare con un´opera di impegno politico, «come abbiamo fatto con la Thyssen». Sergio Chiamparino ha la fortuna di essere accanto al mito Polanski, Patrizia Sandretto arriva con il marito Agostino Re Rebaudengo. Enrico Salza si presenta puntuale, mentre il procuratore generale Giancarlo Caselli si dice morettiano, «e non solo per la sua opera cinematografica».
Fra i registi, Daniele Gaglianone e Davide Ferrario: «Se fossi un distributore avrei preso il film di Stone prima e non dopo le elezioni. D´altronde, il direttore del Festival ha fatto uscire Il Caimano prima o dopo le elezioni?».
[fonte: Repubblica.it]