Tutto è cominciato con un’inchiesta del quotidiano «Repubblica» che ha pubblicato intercettazioni di telefonate fra dirigenti Rai e Mediaset. A quanto risulta dall’inchiesta esistevano accordi occulti tra la televisione di stato e Mediaset che avevano come obiettivo avvantaggiare Mediaset a scapito della Rai. L’accusa più grave è che ci fosse – e che forse ancora c’è – un vero e proprio controllo da parte dell’azienda Mediaset sulla Rai. Mediaset risponde minacciando querele, ma il contenuto delle intercettazioni lascia veramente poco spazio al dubbio.
Tutti i lavoratori del servizio pubblico radiotelevisivo – giornalisti, tecnici e dirigenti – si sono riuniti oggi in un assemblea indetta dall’Usigrai (il sindacato dei giornalisti Rai). È stato redatto un pesante documento di denuncia, letto pubblicamente in tutti gli spazi di informazione Rai. I punti salienti di quel documento sono: sospensione immediata per i responsabili della connection Rai-Mediaset, un’azione legale collettiva nei loro confronti, l’intervento delle Autorità della concorrenza e per la comunicazione, una legge sulla Rai che metta definitivamente fuori i partiti dall’azienda. I giornalisti Rai e l’Usigrai giudicano «sconvolgente, per chi da sempre cerca di fare onestamente il proprio lavoro di informare», quel che emerge dalle intercettazioni delle telefonate fra dirigenti Rai e dirigenti Mediaset pubblicate da «Repubblica».
«Le persone che risulteranno responsabili – si legge nel documento – dovranno essere sospese immediatamente dai loro incarichi e siamo pronti a promuovere, nei loro confronti, un’azione legale collettiva. Contemporaneamente – prosegue il comunicato – va approvata una legge sulla Rai che metta definitivamente fuori i partiti dall’azienda».
Nel documento, si chiede anche «l’intervento immediato delle Autorità della concorrenza e per la comunicazione». «Vi terremo informati costantemente – assicurano i giornalisti ai telespettatori – su questa brutta storia. Intendiamo tutelare i diritti di voi utenti».
All’assemblea dei giornalisti è intervenuto, a sorpresa, anche il presidente della Rai, Claudio Petruccioli. «Tuteleremo l’azienda – ha detto – nella quale oggi non ci sono più zone d’ombra». La Rai, ha aggiunto, «non è un’entità astratta ma un’azienda fatta da tante persone. Per questo bisogna tutelarla. È il primo dovere di coloro che hanno le maggiori responsabilità, ma nessuno può farlo meglio dell’azienda stessa». Petruccioli ha confermato che la Rai si costituirà parte lesa, e che è già stata avviata un’indagine interna «per verificare i fatti e accertare eventuali responsabilità individuali».
Per Enrico Paissan, vicepresidente dell’Ordine dei giornalisti siamo di fronte ad una vera e propria emergenza. «Quando il servizio pubblico arriva al punto di farsi guidare dall’azienda concorrente – osserva – il grido di allarme deve riguardare i cittadini, è in discussione il diritto ad essere informati. La cosa non finisce qui, l’Ordine dei giornalisti sicuramente aprirà delle istruttorie nei confronti dei professionisti coinvolti – aggiunge Paissan – è stata violata una norma fondamentale: l’unico punto di riferimento dei giornalisti deve essere il pubblico».
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