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Meredith KercherSono i due telefoni cellulari della vittima il fulcro dell’indagine della polizia relativa all’omicidio di Meredith Kercher, la studentessa inglese di 22 anni trovata morta a Perugia. Gli investigatori stanno valutando l’ipotesi che i due cellulari – con una scheda italiana e una inglese – siano stati gettati nell’orto da chi ha ucciso la giovane.
Si cercando anche di ricostruire come e con chi Meredith abbia passato la serata: dalle indagini è emerso che giovedì sera la ragazza aveva partecipato a una cena in un’abitazione di amici. Verso le 21 si è però allontanata da sola e a piedi. Da allora non si sono più avute sue notizie fino al ritrovamento del cadavere. La polizia sta esaminando i filmati delle telecamere di sorveglianza esterne di un parcheggio coperto attiguo all’abitazione della studentessa.Secondo i primi accertamenti medico legali Meredith è morta nella notte tra giovedì e venerdì: sarà comunque l’autopsia a stabilire l’ora esatta del decesso.
L’autopsia dovrà tra l’altro chiarire se la studentessa abbia subito o meno violenza sessuale. Il corpo è stato infatti trovato in camera da letto, a terra e seminudo.
La squadra mobile ha sentito fino a notte inoltrata le tre coinquiline della ragazza (due italiane e una di nazionalità statunitense). Ascoltati anche gli studenti che abitano in un altro appartamento della stessa palazzina, sottostante a quello dove è avvenuto l’omicidio. Nessuno sembra però che abbia fornito finora particolari determinanti per le indagini.
Meredith era simpatica, cordiale, ma molto riservata e non aveva un fidanzato.
A Perugia aveva conosciuto un’altra studentessa inglese, Sophie, che abitava a pochi metri di distanza dalla sua abitazione, e che era diventata la sua migliore amica. Uscivano sempre in gruppo, ed erano solo ragazze.
Secondo la ricostruzione fatta finora, la notte di Halloween Meredith era andata con Sophie e altre amiche al Merlin, un pub di Perugia molto frequentato dagli studenti stranieri. Dopo il pub, quella stessa sera, il gruppo si era poi spostato in una discoteca del centro. La sera successiva le ragazze si sentivano ancora un po’ stanche dopo la nottata precedente, e si sono ritrovate a casa di Sophie per vedere un film. Intorno alle 21 Meredith ha salutato le amiche e si è diretta, a piedi, da sola, a casa sua, a cinque minuti di distanza.
Gli investigatori sono intanto in attesa di ricevere i tabulati relativi alle telefonate fatte e ricevute dai telefonini della vittima (apparecchi dai quali la ventiduenne non si separava mai). Accertamenti particolarmente complessi anche per la necessità di valutare eventuali contatti anche internazionali.
La polizia sta inoltre cercando l’arma utilizzata per uccidere la ragazza – forse un coltello o un cacciavite – e la chiave della porta della stanza dove la giovane è stata trovata morta. La camera è stata infatti trovata chiusa a chiave, e l’ipotesi privilegiata rimane quella dell’omicida che abbia ucciso e sia poi fuggito dalla finestra. Tracce di sangue sono state trovate su una finestra e su un fazzoletto vicino a una ringhiera che delimita la strada sovrastante, oltre che nella camera della vittima.
Intanto è stato identificato l’autore della telefonata di minacce giunta all’anziana signora nel cui orto sono stati trovati i due telefoni cellulari della studentessa. La telefonata sarebbe stata fatta forse per uno scherzo, l’autore della chiamata non è risultato coinvolto in alcun modo nella morte della giovane.
Dopo avere trovato i due cellulari nell’orto della sua abitazione, distante alcune centinaia di metri dalla casa dove abitava la studentessa inglese, l’anziana – che aveva ricevuto minacce per telefono – li ha consegnati alla polizia postale. Gli agenti sono così risaliti alla proprietaria e sono arrivati alla palazzina dove abitava la studentessa, trovando il cadavere insieme alle sue coinquiline.

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Nove

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