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A scuola, nelle ore di grammatica, abbiamo imparato che la virgola serve a dividere gli elementi di una lista o di un elenco. O a separare una proposizione da un’altra, da cui dipende. Una virgola è un bastoncino, una “piccola verga” per l’appunto: diversamente dal punto, che divide e separa, è allungata e protesa. Una piccola inclinazione che porta in sé un profondo significato: disgiunge, sì, ma sancisce un passaggio.

La potenza separatrice e costruttiva della virgola è sapientemente evocata dal titolo dell’ultimo saggio di Bill Emmott, “Forza, Italia”, presentato  venerdì 5 Novembre a Torino  all’Unione Industriale in occasione della quarta Assemblea generale di Rena, Rete per l’Eccellenza Nazionale. Intorno a questa virgola, in una tavola rotonda aperta a quasi 400 persone, si sono riuniti giovani e meno giovani, volti noti o meno noti, per discutere di un “nuovo Risorgimento per l’Italia”.

Molti, e illustri, i nomi che hanno presentato nuove prospettive per il Paese: da John Elkann ad Alessandro Profumo, da Ivanhoe Lo Bello a Roger Abravanel, fino ad Andrea Guerra.
Ad avviare la discussione, moderata da Mario Calabresi, è stato Sergio Chiamparino e Alessandro Fusacchia, il presidente di Rena – associazione che dello sviluppo del Paese ha fatto la propria mission. Una rete “per” l’eccellenza, “per” la crescita, “per” il miglioramento. A tavola rotonda conclusa, Roberto Cota e Nichi Vendola si sono confrontati, moderati dal giornalista Frediano Finucci – due distinti punti di vista, separati, appunto, da una virgola.

Il  “nuovo Risorgimento per l’Italia” non si è concluso in serata: Rena è restata infatti in città ancora due giorni, per un’assemblea a porte chiuse preceduta da una mattinata di incontro con giovani di quattro scuole superiori. Un’occasione per conoscersi e condividere percorsi di vita, e per guardare avanti insieme, partendo da Torino.

Non è un caso che la città sia stata scelta per discutere di rinascita: qui l’Italia è nata e sarà a breve celebrata, per i 150 anni dell’Unità. Qui si può ripercorrere la storia guardando al domani. In fondo, cosa accadrebbe se il Paese liberasse le sue energie positive? La risposta proviene dalla forza della virgola, simbolo dell’Italia che oggi a Torino si ritrova e da qui riparte – dimostrando, in realtà, di non essersi mai fermata. D’altronde, se l’Italia salta un ostacolo, cade. Anzi, no: se l’Italia salta, un ostacolo cade.

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Redazione

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