Dopo «approfondito esame»
, Giorgio Napolitano ha promulgato la discussa legge sul legittimo impedimento del premier e dei ministri, che ora può essere invocata da Silvio Berlusconi e dai membri del governo per assentarsi, per impegni ufficiali certificati dalla Presidenza del Consiglio, da processi in cui sono imputati e ottenere il rinvio delle udienze. Dunque è fatta, Silvio Berlusconi è salvo e ora ha la sa scappatoia personale per sottrarsi dagli attacchi della magistratura “comunista” che – stando a quanto dice lui – gli avrebbe dichiarato guerra. Quali conclusioni possiamo trarre da questa notizia? La più amara è che il presidente Napolitano, ancora una volta, ha adottato un metodo morbido e un po’ curioso per difendere la Costituzione. Qualcuno (pochi a dire la verità) ritengono sacro il testo fondativo della nostra Repubblica e si oppongono strenuamente a qualsiasi sua modifica unilaterale: il presidente Napolitano evidentemente la pensa in modo diverso.
La sua priorità, piuttosto che la difesa dell’inviolabilità della Costituzione, sembra essere quella di evitare lo scontro costituzionale e la tensione tra i vari organi dello Stato. C’è ed è innegabile (l’invochiamo da sempre anche da questo magazine) la necessità di una “normalità” nella macchina statale e della vita in Italia. In molti si spendono per ottenere questa normalizzazione, Gianfranco Fini in primis, ma le strategie adottate (compresa la “linea morbida” di Napolitano) risultano tutte molto differenti e tutti equamente inefficaci. Perché? Per un motivo molto semplice: l’anomalia italiana di avere un presidente del consiglio che, per i propri fini personali, influenza le opinioni delle masse indottrinandole attraverso le sue emittenti televisive private, le tre televisioni pubbliche (che governa da padre padrone), i quotidiani e le riviste che lui pubblica e che sono diffuse a livello nazionale è un’anomalia e quindi non potrà mai condurre alla “normalità”.
Il peccato originale di una mancata legge sul conflitto di interessi veramente efficace ci ha condotto a questo punto e ci impedisce di vivere in un paese normale. E su questo ognuno dovrebbe prendersi le proprie responsabilità. E gli italiani cosa dovrebbero pensare oggi di fronte all’ennesima beffa della loro Costituzione? Dovremmo cominciare a considerarla, come sembrano suggerire certi esponenti del centrodestra, come carta straccia antiquata e da riscrivere completamente? Presidente Napolitano, per cortesia, ce lo dica lei? Non dimentichi però che la Storia giudicherà la sua risposta così come il suo operato. La beffa sarà compiuta quando gli italiani (quelli che sopravvivranno alle “riforme isituzionali” di questo governo che, del resto, ha dimostrato di preoccuparsi poco del sostentamento dei propri cittadini disoccupati o sottopagati…) si ritroveranno Silvio Berlusconi come Presidente della Repubblica e Gianni Letta, o chi per lui, presidente del consiglio. A quel punto, stiamone pur certi, non ci sarà più alcun rischio di conflitto istituzionale.