Libertà e Giustizia ha organizzato un’importante manifestazione il 13 marzo, a Milano, per presentare “Rompiamo il silenzio”. L’appuntamento si è svolto al Centro congressi della Provincia, in via Corridoni 16. Gustavo Zagrebelsky, presidente onorario dell’associazione, Sandra Bonsanti, i garanti di LeG Guido Rossi, Umberto Eco, Giovanni Bachelet e tutti i promotori del manifesto, hanno colto l’occasione per ringraziare ancora una volta quanti hanno firmato Rompiamo il silenzio.
Rompiamo il silenzio ha superato le 200 mila firme solo sul web, con la raccolta attraverso il sito di Repubblica.it e di LeG. Ma le firme continuano ad arrivare anche su carta, raccolte via via nel corso delle iniziative dei circoli e di associazioni amiche che rilanciano il manifesto.
Il grande risultato raggiunto conferma Libertà e Giustizia nell’impegno testimoniato fin qui dalle numerose iniziative, dalle campagne a difesa dei diritti e della Costituzione, prima fra tutte quella culminata nel referendum che ha bocciato il progetto di riforma di Berlusconi. Quanto è stato già fatto, fa parte della storia di LeG; la Scuola di formazione politica Giovanni Ferrara è al suo terzo anno a Pavia e vanta una rete con corsi a Modena dedicati alle “Politiche pubbliche e al benessere di uomini e donne”, a Reggio Calabria con la Summer school sul tema del “Mezzogiorno oltre il vincolo della criminalità organizzata” e prossimamente a Siena con un ciclo di studi sulle “Politiche per la Felicità”.
Molte sono le iniziative in corso, per conoscere quelle più vicine, basta iscriversi alla newsletter di Libertà e Giustizia. Molto resta ancora da fare, ma per quanti hanno condiviso il manifesto, LeG è convinta che sia un passo fondamentale per proseguire insieme sulla strada intrapresa, perché quei “segni inequivocabili di disfacimento sociale” di cui parla Rompiamo il silenzio e che tanti hanno riconosciuto, “perdita di senso civico, corruzione pubblica e privata, disprezzo della legalità e dell’uguaglianza, impunità per i forti e costrizione per i deboli”, siano denunciati per quello che sono, segni premonitori del nuovo tentativo di avvilire la legittimità costituzionale.
Fonte: Sito di Libertà e Giustizia