L’addio di George W. Bush all’Europa ancora se lo ricordano all’aeroporto di Heathrow: quasi un anno fa il traffico allo scalo londinese impazzì per l’arrivo dell’Air Force One, i ritardi dovuti alle eccezionali norme di sicurezza si trascinarono per un’intera giornata. Tanto che
il secret service fu costretto a spostare l’aereo in una base militare due ore a nord di Londra e Bush dovette decollare da lì.
Per evitare un nuovo incubo, il benvenuto a Barack Obama è avvenuto allo scalo di Stansted, dove fa base la compagnia low cost Ryanair. Ma per non disturbare gli inglesi che scappano alle Canarie fuori stagione, il presidente è stato relegato nel terminal privato di Mohamed Al Fayed, il proprietario dei grandi magazzini Harrods, che con questo stesso marchio ha fondato una compagnia di elicotteri, aerei privati e un piccolo scalo per manager e vip. Barack e Michelle, al loro primo volo trascontinentale sull’Air Force One, sono saliti subito sul gigantesco elicottero presidenziale, il Marine One. Non sono entrati nemmeno nel terminal, non sanno che là dentro si vendono i famosi orsetti di Harrods, che forse Malia e Sasha avrebbero gradito. Nonostante la crisi economica e quella della stampa, i giornalisti partiti da Washington per seguire il primo viaggio internazionale di Barack Obama sono il doppio di quelli che volavano con George W. Bush. Alla base militare di Andrews in Maryland c’erano più di 150 persone in fila per entrare allo “Zoo”, questo il soprannome affibiato da decenni al charter della United che trasporta i giornalisti. A bordo dell'”Air Presse One”, il Boeing 777 che la Casa Bianca organizza per l’informazione, per la prima volta ci sono quelli di Al-Jazeera, tre televisioni turche, una dozzina di giornalisti giapponesi e il Chicago Tribune (non poteva mancare il giornale della città del presidente) che pure è in bancarotta, ma non più il Los Angeles Times che viaggia in cattive acque. Ma a dimostrare come sta cambiando il mondo dell’informazione, e a sottolineare l’attenzione della Casa Bianca verso i nuovi media, si è saputo che l’inviato del sito internet americano “Politico” è entrato a far parte del gruppo dei pochissimi fortunati che viaggiano direttamente sull’Air Force One con Obama.
A dimostrazione di come il gioco sia popolare in tempi di recessione, allo “Zoo” è stato anche stabilito il record del montepremi della tradizionale lotteria aerea: 1580 dollari. Si chiama “Seato”, perché ognuno deve segnare con un pennarello il numero del proprio “seat”, del posto a sedere, su un biglietto da venti dollari. Questa “riffa” casalinga si fa dagli Anni Ottanta, quando l’Air Presse One volava dietro a Ronald Reagan. Purtroppo a fare da colonna sonora non c’era la voce di Rodney, gigantesco cameramen nero della tv Nbc che è stato lasciato a casa. Fino all’anno scorso si metteva in testa un cappello da joker con le punte colorate e con la bocca imitava una batteria al microfono per convincere tutti che non potevano perdere la loro occasione con la fortuna. Ma nonostante ciò è passato tra i posti il sacco di tela bianca che serve per raccogliere i biglietti verdi. Per la seconda volta nella sua carriera ha vinto una giornalista americana che lavora per la televisione tedesca Zdf, che si è portata a casa la mazzetta dei 1580 dollari. “La prima volta fu durante un volo verso l’India ma allora si mettevano solo dieci dollari a testa e la vincita non bastò neppure a pagare da bere ai colleghi. Adesso invece dopo il salvataggio delle banche, delle assicurazioni e pure dell’industria automobilistica, è arrivato quello delle mie finanze…”.
Nella villa di Cary Grant Barack e Michelle Obama hanno passato la loro prima notte europea in una splendida villa degli anni Trenta, circondata da 49mila metri quadrati di giardino: Winfield House, la proprietà con il più grande parco privato nel cuore di Londra. Costruita in un angolo di Regent’s Park, è la residenza dell’ambasciatore americano in Gran Bretagna e ha una tradizione di ospiti illustri, qui Reagan e Gorbaciov hanno discusso il primo trattato per ridurre gli armamenti nucleari, qui ha vissuto per un periodo la star del cinema americano Cary Grant durante la Seconda Guerra Mondiale. In quel periodo era sposato con la ricca ereditiera Barbara Hutton, che possedeva Winfield House e che alla fine del conflitto la regalò al governo degli Stati Uniti per la cifra simbolica di un dollaro.
Da ieri pomeriggio è impossibile avvicinarsi: la strada è stata chiusa con barriere e piloni di cemento, una parte di Regent’s Park è stata recintata e ci sono centinaia di poliziotti. Ma dalle finestre della villa si può vedere una grande cupola dorata, è quella della Moschea Centrale di Londra, che dista meno di 200 metri. E’ immensa, ha appena compiuto trent’anni e può contenere 4500 persone per la preghiera. Qui ogni venerdì si ritrovano migliaia di fedeli islamici, inclusi quelli piu radicali che fanno collette per Hamas. Dalla torre del minareto probabilmente si vede la camera da letto del presidente. Forse Obama avrebbe potuto fare qui il discorso all’Islam, affacciandosi alla finestra, invece andrà a Istanbul a lanciare il suo messaggio dal’altra parte del Bosforo.
Gli incubi nucleari Incubi nucleari del passato e quelli del futuro si mescolano nella giornata di Barack Obama: le migliaia di testate nucleari ereditate dalla Guerra Fredda, quelle che vorrebbe costruire l’Iran e il nuovo missile che si preparerebbe a lanciare questa settimana il dittatore della Corea del Nord. Tutto da discutere in un solo giorno, mescolato con la crisi economica, le minacce di Sarkozy di andarsene dal G20, la visita di cortesia alla Regina Elisabetta e un fastidioso raffreddore.
Nel suo primo incontro con il presidente russo Medvedev, che si è appena concluso, Obama ha proposto che Usa e Russia riducano le loro testate nucleari strategiche – quelle montate su missili che possono colpire da un continente all’altro – da 2200 a 1500. Un passo avanti per smontare il folle arsenale costruito durante la Guerra Fredda, pensato come messaggio al mondo e da usare per fare pressione nei confronti dell’Iran. Il ragionamento di Obama si può sintetizzare così: noi stiamo cercando di smontare la corsa agli armamenti del passato, non possiamo far partire una nuova gara atomica nel mondo arabo. Il presidente americano non solo teme un’Iran nucleare ma sa anche che Arabia Saudita ed Egitto sarebbero pronte a seguire la stessa strada con la motivazione dell’autodifesa.
Adesso ci sarà il faccia a faccia con il presidente cinese e anche qui si parlerà di missili, di quello che la Corea del Nord vuole lanciare nello spazio per dare il benvenuto al nuovo presidente americano e per alzare il prezzo della lunga trattativa per fermare la corsa atomica.
In una giornata come questa il tè con la Regina e il principe Filippo, che ai presidenti americani mette sempre ansia per l’etichetta formale e rigorosa, ad Obama deve sembrare una vacanza.
Un iPod per la regina Barack Obama è riuscito un’altra volta a stupire gli inglesi: ha regalato ad Elisabetta II un iPod classico caricato con spezzoni di video della visita della sovrana britannica negli Stati Uniti nel 2007 e vecchie canzoni americane. La regina, più classica e formale, ha seguito la tradizione e ha ricambiato con una foto sua e del marito il principe Filippo in una cornice d’argento.
La regina, che ha 82 anni, però non si deve essere scandalizzata, visto che possiede un vecchio modello dell’iPod da 4 anni, quando su suggerimento del figlio Andrea se lo fece comprare all’Apple Store di Regent Street.
Non è sicuro però che gli inglesi apprezzino, poche settimane fa si erano indignati quando Obama regalò a Gordon Brown in visita a Washington soltanto un confanetto di 45 dvd con il meglio del cinema americano. Peccato che, visti i diversi sistemi televisivi, non si possano vedere in Inghilterra. Ma i tecnici di Downing Street per evitare l’incidente diplomatico hanno annunciato di aver fatto una modifica al lettore cd del premier britannico.
Le strette di mano dal bobby alla Regina Lo stile Obama ha conquistato gli inglesi. Nonostante le manifestazioni, le polemiche e lo scontro con i leader europei sulle ricette per rilanciare l’economia, il presidente americano ha fatto breccia per i suoi modi cortesi e informali.
La grande foto di prima pagina del Guardian racconta meglio di ogni altra cosa qual è la differenza tra l’Obama che regala l’iPod alla regina e gli altri capi di Stato: si vede il presidente nero che arriva al numero 10 di Downing Street, abitazione del primo ministro britannico, e anziché tirare dritto va stringere la mano al bobby, il poliziotto di guardia. Poi entra e stringe la mano anche al maggiordomo. Così come la moglie Michelle che ieri ha messo una mano sulla spalla di Elisabetta II.
Nessuno lo aveva mai fatto, ma a dire il vero la prima a rompere le regole del protocollo era stata proprio la regina che riceve soltanto capi di Stato stranieri se sono in visita ufficiale, ma per la curiosità di conoscere gli Obama per una volta ha scelto di non rispettare il cerimoniale.
[fonte: Repubblica.it – Mario Calabresi]