L’odissea dai toni surreali di Beto, operaio trentenne che in una striscia satirica pubblicata sull’Unità vuole sbattezzarsi, scoprendo avventura dopo avventura che lasciare la Chiesa cattolica è tutt’altro che semplice, non ha fatto ridere Paola Binetti. Che, in una lettera firmata insieme ad altri 14 deputati del Pd, indirizzata al direttore Concita de Gregorio, protesta esprimendo “disagio” per il fumetto a puntate dal titolo esplicito: “Lo Sbattezzo”.
Per undici puntate, l’ultima uscita oggi, Beto, “supereroe” per caso in difesa della laicità – con tanto di maschera e mantello – ha affrontato ostacoli e cavilli di ogni tipo per ottenere il documento ufficiale che attesti il suo sbattezzo. I fumetti, editi dalla casa editrice Becco Giallo di Padova, sono anche diventati un libro, “Quasi quasi mi sbattezzo”, di Alessandro Lise e Alberto Talami, e raccontano la storia (vera) dell’operaio disegnatore Beto per rinunciare ufficialmente ad essere cattolico.
Ma, satira o non satira, il tema non è andato giù alla Binetti, ad Enzo Carra, Pierluigi Castagnetti e Luigi Bobba, altri firmatari della lettera, che hanno preso carta e penna per protestare. “Non c’è dubbio – si legge nel testo pubblicato oggi a pagina 18 del giornale – che l’attuale clima politico e culturale sia piuttosto complesso e che nel Pd si stiano cercando varie strade per costruire spazi positivi di confronto tra culture, storie e tradizioni diverse”.
“Le differenze ci sono ed emergono con facilità a proposito di molte questioni, non solo di quelle cosiddette eticamente sensibili – prosegue la missiva – ma i messaggi di risposta che arrivano sono sempre impostati a rassicurare, a garantire rispetto per tutte le posizioni, a sottolineare la libertà di coscienza di tutti”.
“In questo clima ci stupiscono due aspetti concreti, a nostro avviso contraddittori, che appaiono sull’Unità – sottolineano i deputati del Pd – da un lato il richiamo costante alla Chiesa perchè esprima un suo giudizio critico, severo, sui comportamenti del Capo di Governo e dall’altro la striscia sullo sbattezzo, giunta ormai alla sua undicesima puntata patrocinata dall’Unione degli atei e degli agnostici razionalisti (UAAR), costituitasi legalmente nel 1991”. Binetti e gli altri si interrogano poi sulla “ragione di questa insistenza che suscita una profonda perplessità sul rapporto tra il giornale della De Gregorio e il Pd, “attuale e futuro”.
La direzione dell’Unità risponde apprezzando la premessa politica della lettera, che riconosce lo sforzo affinché le varie anime del Partito democratico in questa fase di rilancio possano percepirsi come una risorsa e non come un ostacolo, ma respingendo l’idea che ci sia alcuna insistenza sul tema sbattezzo. Sottolinea i toni paradossali e ironici della striscia, definita invece dai 15 deputati “una vera e propria caduta di tono” e ricorda che i fumetti già pubblicati dal giornale nel mese di luglio hanno avuto molto successo fra il pubblico giovane. Sul giornale è già uscita a puntate la storia di Peppino Impastato, ora sta per arrivare il racconto di una giovane libanese, Zeina. Seguiranno poi Tien An Men e la vita di Fabrizio De Andrè. Che, c’è da sperare, rassereneranno gli animi e non metteranno più a disagio i quindici deputati offesi da Beto.
[fonte: Repubblica.it]