Dopo il tentativo di far denunciare gli stranieri senza permesso di soggiorno dai medici, la Lega Nord ha pensato a come far denunciare i bambini degli stranieri irregolari (e con loro i genitori). E lo ha fatto con il mezzo più vergognoso che si possa immaginare: attraverso la negazione del diritto all’istruzione. Anche se sembrerebbe che il governo abbia rinunciato a questa proposta di legge, la Lega Nord conferma la sua naturale vocazione razzista. Sì, perché questo partito non perde occasione per mostrare tutta la sua avversione contro gli immigrati, facendolo spesso con una violenza verbale inaudita. Se questa legge fosse stata approvata, i presidi avrebbero avuto il diritto di denunciare dei bambini che chiedono semplicemente l’accesso al diritto naturale all’istruzione. Fortunatamente di fronte al perenne atteggiamento intollerante e fanatico della Lega Nord, che desta paure e sospetti in Europa da anni, il corpo docente e i presidi delle scuole italiane reagisce e rifiuta questa proposta di legge, insieme ad una parte della maggioranza (in particolare Gianfranco Fini) che non sembra voler accettare il costante ricatto del carroccio.
Vi proponiamo qui di seguito l’appello all’obiezione di coscienza della scuola lanciato da Cgil-Scuola. L’appello ha un titolo significativo: Noi educhiamo, non denunciamo!
L’appello
La Costituzione della Repubblica italiana e lo Stato affidano alla Scuola, ai suoi dirigenti e ai suoi docenti il compito di garantire il diritto dei minori all’istruzione.
L’articolo 34 della Costituzione recita:
La scuola è aperta a tutti
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
L’ONU con la “Convenzione sui diritti dell’infanzia” affida agli stati nazionali lo stesso compito.
L’articolo 28 della Convenzione sui diritti dell’infanzia recita:
1) Gli Stati parti riconoscono il diritto del fanciullo all’educazione, e, in particolare, al fine di garantire l’esercizio di tale diritto in misura sempre maggiore e in base all’uguaglianza delle possibilità;
a) rendono l’insegnamento primario obbligatorio e gratuito per tutti;
b) incoraggiano l’organizzazione di varie forme di insegnamento; secondario sia generale che professionale, che saranno aperte a ogni fanciullo, e adottano misure adeguate come la gratuità dell’insegnamento e l’offerta di una sovvenzione finanziaria in caso di necessità;
c) garantiscono a tutti l’accesso all’insegnamento superiore con ogni mezzo appropriato, in funzione delle capacità di ognuno;
d) fanno in modo che l’informazione e l’orientamento scolastico e professionale siano aperte e accessibili a ogni fanciullo;
e) adotta misure per promuovere la regolarità della frequenza scolastica e la diminuzione del tasso di abbandono della scuola.
L’articolo 29 alla lettera d) sottolinea:
preparare il fanciullo ad assumere le responsabilità della vita in una società libera, in uno spirito di comprensione, di pace, di tolleranza, di uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici, nazionali e religiosi e delle persone di origine autoctona.
La Costituzione italiana e la “Convenzione sui diritti dell’infanzia”, a quaranta anni di distanza, usano lo stesso linguaggio e sono sostenute dalla stessa etica, rispetto ai diritti dei minori e ai doveri dello stato.
Oggi, al contrario, nel nostro Paese il governo Berlusconi si appresta a esigere che docenti e dirigenti scolastici ignorino il Dettato costituzionale e I diritti sull’infanzia!
Infatti il Disegno di legge sulla sicurezza, approvato in questi giorni al Senato e in discussione alla Camera dei deputati, istituendo il reato di soggiorno illegale per i migranti irregolari, implica che tutti i pubblici ufficiali, e perciò, in quanto tali, anche i docenti e i dirigenti scolastici, se a conoscenza del reato, sono tenuti a denunciarlo.
La CGIL e la FLC Cgil chiedono a tutti i docenti e dirigenti scolastici e alle loro associazioni professionali di non subire questa iniqua imposizione, che li costringerebbero a tradire la Costituzione italiana e il proprio ruolo di garanti dei diritti dei minori che vivono nel nostro paese, di qualsiasi colore, popolo o religione essi siano.
Fonte: Cgil scuola