In onda il 3 e 4 maggio, in prima serata su Rai Uno,
“L’uomo che guardava al futuro” è la storia di Enrico Mattei, il creatore dell’ENI. Vi segnaliamo questa fiction perché racconta la storia di un uomo che, con testardagine e motivazione, ha incarnato lo spirito sano e positivo dell’Italia del dopoguerra: quella voglia di fare, quel senso del riscatto che, con moralità e rispetto, ha ricostruito (e fatto migliore) un paese intero. Crediamo che siano questi gli esempi d’imprenditore cui bisogna ispirarsi: gente che insegna ad essere attivi e combattivi senza mai abbassare lo sguardo, senza cedere ai capricci dei potenti. Con il fine ultimo del bene comune.
Il film
Milano, anni ’30. Enrico Mattei viene dalla provincia marchigiana. Dalla sua ha l’irrequietezza, la voglia di crescere, la capacità di sorprendere e di realizzare quello che vuole. A quindici anni operaio, a vent’anni direttore di fabbrica, a 25 anni ha appena messo in piedi la sua prima fabbrica quando conosce Greta, ballerina austriaca di cui si innamora perdutamente. Decide di sposarla andando contro il parere della famiglia. Ma lo scoppio della guerra muta il corso della sua esistenza. Dall’incontro con La Pira e un gruppo di antifascisti cattolici, Mattei capisce che quello che sta facendo per il suo paese non basta e decide di coinvolgersi nella Resistenza. Con la sua straordinaria intraprendenza riorganizza le fila dei partigiani bianchi, di cui diventa ben presto un capo.
Finita la guerra, Mattei vorrebbe continuare a lavorare per la ricostruzione del paese, ma gli viene affidato un incarico all’apparenza di poco conto: liquidare l’Agip, un carrozzone pieno di debiti. Insospettito dalle offerte di acquisto di diverse multinazionali, Mattei si rende conto del valore dell’azienda e si oppone alla sua vendita, violando così la tacita intesa tra il governo e gli alleati. Le risorse italiane non vanno svendute, in gioco c’è il benessere del paese. Mattei riesce a strappare al Presidente del Consiglio De Gasperi un tempo di sei mesi, nel quale impegnando i propri beni personali fa ripartire l’azienda e le ricerche, arrivando a scoprire dei giacimenti di metano e infine anche il petrolio.
La scommessa sembra vinta, ma l’incendio ad un pozzo rimette in discussione la capacità dell’Agip di gestire le fonti energetiche. Attorno a Mattei e alla sua azienda si solleva un vespaio: gli alleati, le multinazionali, gli industriali, tutti criticano il suo operato e i suoi mezzi, non sempre ortodossi. Tuttavia Mattei non si arrende e anzi rilancia a livello internazionale, fondando l’Eni, azienda che possa stringere accordi all’estero e gestire tutte le fasi di produzione delle fonti energetiche. Ad impedire l’ingresso dell’Eni nel commercio mondiale ci sono le Sette Sorelle, gelose del loro monopolio: nel mercato non c’è posto per un petroliere senza petrolio. Mattei è costretto così a trovare una propria strada, interloquendo in prima persona con i paesi produttori. Il rivoluzionario accordo con l’Iran stravolge le regole del mercato mondiale e fa di Mattei un nemico da eliminare.
Da quel momento la sua vita è in pericolo. Il presidente dell’Eni non si lascia spaventare, circondato da un gruppo di amici fidati e dal sostegno della moglie, e animato da un unico obiettivo: garantire agli italiani benessere, occupazione, sviluppo. I viaggi all’estero si alternano con la costruzione di grandi centrali in Italia. Si espone sempre di più, sostenendo la guerra di liberazione dell’Algeria e andando contro il potere mafioso in Sicilia, dove ha in progetto di costruire una grande raffineria. Ed è proprio a Catania che Mattei prende il suo ultimo aereo: morirà in un attentato di cui non si scoprirà mai l’autore.
Fonte: sito di raiuno